Karahunj, Zorats Karer, Qarahunj, Carahunge e Caranish, questi sono i differenti nomi per un unico sito in Armenia, conosciuto anche come “ la Stonehenge” armena.
Questo luogo dall’aspetto fiabesco è situato su di un altopiano a 1770 metri di altitudine, ed ha un’estensione di circa 7 ettari, è vicino la cittadina di Sisian, sotto la provincia di Syunik, in Armenia.
I megaliti di basalto registrati nell’area sono 223, ma ve ne sono molti altri sparsi, purtroppo rotti, pertanto non classificati.
Le pietre hanno un’altezza che va da 0,50 centimetri a circa 3 metri con un peso che potrebbe raggiungere le 10 tonnellate.
Il sito è strutturato in diverse parti, c’è quella centrale a forma di cerchio, dalla quale partono due linee di pietre che vanno, una verso nord ed uno a sud, e due file parallele che puntano verso nord-est per circa 50 metri, un’altra parte invece attraversa il cerchio centrale.
Solo ottanta megaliti hanno dei fori, 37 di questi, con quarantasette fori, sono ancora nella loro originaria posizione, e durante un tempo molto ventoso, questi buchi creano suoni, da cui il nome Carahunge, che in armeno significa “pietre parlanti”.
Un’equipe di archeologi dell’università di Monaco di Baviera, nell’ambito di una ricerca più vasta riguardante i siti preistorici in Armenia, fatta nel 2000, ha stabilito che Karahunj era una necropoli durante il periodo che andava dalla media età del bronzo fino all’età del ferro, infatti trovarono grandi tombe in pietra risalenti tale periodo.
Partendo da osservazioni e studi sul posto, gli archeologi sono arrivati alla conclusione che le grandi pietre non sono altro che parte di una recinzione muraria.
Ma questa è solo una delle risposte, infatti l’ipotesi che possano invece essere dei punti di osservazione astronomiche è sostenuta da studiosi archeoastronomi Russi ed Armeni.
Questa ipotesi nasce studiando la posizione delle pietre, infatti 17 menhir sono collocate in asse con alba e tramonto nei giorni dei solstizi ed equinozi, altre 14 sono in relazione con le fasi lunari.
Molti sono gli studiosi che con i loro team hanno studiato il sito, e non tutti sono d’accordo con le conclusioni degli studiosi Russi o Armeni, mettendo in discussione i calcoli effettuati da quest’ultimi.
Al di là di ogni conclusione scientifica, è fuori discussione il fatto che Karahunj è un luogo magico, che stimola la fantasia dei visitatori, che rimangono affascinati da tale spettacolo.
Il 29 Giugno 2004 tramite un decreto parlamentare il sito è stato ribattezzato Osservatorio Karahunj.