Il Monastero di Geghard è parte integrante della spettacolare gola del fiume Azat, tra le montagne dell’Armenia, dista solo pochi km. da Garni, circa 15 minuti in auto, e circa 35 km. dalla capitale.

Cenni riguardanti il Monastero :

Nel complesso del monastero troviamo chiese completamente scavate nella roccia, altre invece sono solo parzialmente costruite in muratura, ed il rimanente inserito nella montagna, altre ancora sono solo poco più che caverne.

E’ uno dei siti più magici di tutto lo stato, visitato da migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo.

I lavori di restauro, e costruzione furono eseguiti dal popolo di Proshian.

I lavori compresero :

Il Gavit, vocabolo Armeno che significa “atrio” o uno spazio per fini sociali, per incontri con pellegrini e visitatori.

Questo spazio è decorato con bassorilievi raffiguranti simboli di natura religiosa, figure di leoni  con draghi al posto della coda, di un’aquila con un agnello tra gli artigli, stemma della famiglia Proshian.

Il Gavit è posto ad ovest della chiesa principale, ed è completamente scavato nella roccia.

La seconda chiesa in grotta, sepolcro delle famiglie Zhamatun, Papak e Ruzukan, una sala raggiungibile dal Gavit è chiamata Avazan (serbatoio), perchè a nord ha una vasca che serve a raccogliere l’acqua proveniente dal sottosuolo, che è considerata sacra, oltre ad una sala raggiungibile attraversando una piccola galleria che lo congiunge con l’Avazan, il tutto scavato nella roccia, ed ancora molte piccole “celle”,  una sala riunioni, purtroppo crollata nella metà del XX secolo,  costruirono anche un sistema di irrigazione per Geghard.

La sala a nord-est del Gavit venne adibita a tomba del principe Proshian morto nel 1283 . All’epoca il monastero era anche conosciuto come il “ Monastero delle sette chiese “ o anche “ il Monastero dei Quaranta Altari”.

Con il passare del tempo le chiese vennero trascurate e dimenticate, sino ad essere utilizzate dai pastori locali per ricoverare le greggi durante l’inverno.

Furono dei monaci provenienti  dalla città di Echmiadzin che si presero cura di quel magnifico luogo, lo restaurarono e sistemarono nel modo che ancor oggi possiamo ammirare.

Il Monastero fu meta di pellegrinaggi per secoli, al suo interno vi erano custodite le reliquie degli apostoli Andrea e Giovanni, e secondo la leggenda, l’apostolo Taddeo vi portò la lancia che trafisse il costato di Cristo durante la crocifissione.

Dal XIII secolo quest’ultima reliquia diede il nome al Monastero, chiamato Gerhard, che in lingua Armena significa il Monastero della lancia.

Questo oggetto sacro è ora conservato ed esposto in un museo nella città di Echmiadzin.

Una piccola comunità ecclesiastica vive ancora all’interno del Monastero.

Il sito di Geghard venne dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2000.

Cenni Storici : La sua costruzione inizia nel IV secolo d.C., per volere di San Gregorio Illuminatore, edificata dove all’interno di una grotta sgorga una sorgente considerata sacra, per questa ragione all’epoca prese l nome di Ayrivank, ovvero “ il monastero della grotta “.

Poco o niente è rimasto della struttura originale, che comprendeva al suo esterno negozi ed abitazioni, oltre che ad altri siti religiosi, perchè venne depredata nel 923 da Nasr, il vice-reggente del califfo in Armenia, che rubò tutto quello che il monastero conservava, manoscritti antichi ed oggetti di grande valore storico ed artistico.

Al termine del saccheggio diede alle fiamme gli edifici, i successivi terremoti contribuirono alla distruzione del sito.

La struttura arrivata sino ad oggi è stata eretta nel 1215, per ordine dei fratelli Zagare e Ivane.

Nella metà del XIII secolo il Monastero venne acquistato dal principe Prosh Khaghbakian, fondatore del principato di Proshian, che fece risorgere il luogo agli antichi splendori.

Esperienze di viaggio a Geghard

Monastero nella grotta a Geghard

[Autunno, 2005] Un’altra destinazione turistica dell’Armenia è il monastero Geghard. Guando si riscende la collina su cui sorge il Tempio Garni…