Informazioni sul sito

Afrodisia è un’antica città greco-romana della regione della Caria, nell’Asia Minore, l’attuale Turchia e deve il suo nome proprio al culto della dea dell’amore venerata da Greci e Romani.

Si trova nella valle del fiume Meandro, che scorre nell’Anatolia occidentale. L’attuale villaggio di Geyre si trova nella prefettura di Aydin ed è a circa 230 km da Smirne.

La città sorgeva un altopiano di 600 metri e, attualmente lontano dalle vie di comunicazione ufficiale, è sito archeologico di eccezionale valore, dichiarato nel 2017 patrimonio Unesco. Molto deve essere ancora portato alla luce.

I resti principali risalgono al periodo romano, quando la città divenne capitale provinciale della regione della Caria.

Informazioni per il viaggiatore

Si arriva d Afrodisia in miniautobus da Pamukkale o da Denizli. Se si è pratici anche affittare un auto, può essere un’opzione.

Il tempio di Afrodite
Afrodisia era fin dall’antichità una meta di pellegrinaggio per il culto della dea madre, identificata poi con Afrodite, che diede poi anche il nome alla città.

I resti del tempio risalgono al I sec. d. C., ma c’era una struttura preesistente, che si ipotizza dalla presenza di mosaici ellenistici.
Nel V secolo le colonne della cella centrale furono messe a una maggiore distanza per creare una navata centrale e il tempio fu trasformato in una basilica cristiana.

Restano degli affreschi del X-XI secolo a documentare questa fase.
Il tetrapylon è un una sorta di ingresso monumentale attraverso cu si accedeva al percorso che conduceva al tempio di Afrodite. Crollato per vari terremoti è stato ricostruito coi resti che erano in loco. Oggi si presenta come un doppio portale costituito da colonne che sostengono due frontoni paralleli.

A sud del tempio la struttura, ancora ben conservata, di un odeion, un teatro coperto semicircolare. La struttura fu utilizzata successivamente anche come luogo di assemblee pubbliche e una sua parte come residenza vescovile.

Il Sebasteion è il tempio, costruito in periodo romano, dedicato ad Afrodite ed ad Augusto. Il culto di Afrodite era particolarmente importante per la gens Iulia, cui appartenevano Cesare e Augusto, poiché la leggenda voleva che risalissero ad Enea, nipote del re di Troia e mitico fondatore di Roma. Secondo la leggenda Enea era figlio di Afrodite.

Uno dei monumenti più interessanti dell’area archeologica di Afrodisia è lo stadio. E’ di forma ellittica, un misto tra architettura greca e romana, poteva ospitare fino a 30.000 persone. Uno dei più grandi e meglio conservati dell’antichità.

Clima

Non troppo distante dall’Egeo il clima di Afrodisia è abbastanza mediterraneo, sebbene gli inverni possano essere piuttosto freddi.

Storia

I primi ritrovamenti risalgono al periodo preistorico.
Dal sesto secolo a. C. è un importante centro di pellegrinaggio in contatto con le varie città dell’Anatolia.

Sotto i romani il centro fiorì in modo particolare, infatti Afrodisia viene posta come capitale provinciale della Caria.
Il culto di Afrodite era coltivato da Augusto e dalla gens Iulia, che faceva risalire le sue origini leggendarie alla dea.

Rimase un centro importante durante il periodo romano dando i natali a personaggi illustri come il filosofo Alessandro di Afrodisia e lo scrittore Caritone.
Con l’affermarsi del cristanesimo il tempio fu trasformato in basilica e si tentò invano di cambiare nome alla città.

Una serie di terremoti la portarono a essere un posto quasi disabitato, come altre città dell’Anatolia. La città finì per essere abbandonata nel medioevo e sulle antiche rovine si insediò il villaggio di Geyre nome che deriva dall’antico nome bizantino della regione, Caria.

Nel 1800 il sito inizia ad attrarre l’attenzione degli archeologi. Prima il francese Charles Terrier e poi altri, tra cui l’italiano Giulio Iacopi. Le maggiori campagne di scavo si hanno a partire dagli anni ’60.

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