Popolazione Yokohama: 3.732.616 (ottobre 2016)
Prefisso telefonico: +045
Targa autobile: Yokohama (横浜).
Superficie: 437,56 Km2
Yokohama è la seconda città più popolosa del Giappone e il primo comune per popolazione, considerando che Tokyo amministrativamente è una prefettura.
E’ il capoluogo della prefettura di Kanagawa, il principale hub commerciale della grande area metropolitana di Tokyo e un forte centro economico sia dal punto di vista marittimo che industriale. E’ formata da 18 circoscrizioni.
Il quartiere storico del porto si chiama Kannai. Di grande interesse la nave museo Hikawa Maru, e la Yokohama marine tower, uno dei fari più alti del mondo.
Interessante anche la zona di Chinatown che è una delle più grandi del Giappone dal punto di vista dell’estensione.
Nella zona di Yamate risiedevano gli stranieri negli anni in cui Yokohama era il principale porto d’approdo per il Giappone.
La zona era da essi chiamata “the bluff”, il promontorio. Vi si può visitare ora il cimitero degli stranieri.
Minato mirai (lett. Il porto del futuro) è la zona nuova progettata per unire la zona di Kannai e il porto.
Divenuta uno dei maggiori centri commerciali e turistici della città ospita la Landmark Tower, fino al 2004 l’edificio più alto del Giappone.
A Minato Mirai anche il Cosmo clock 21 la ruota panoramica, che quando fu costruita nel 1989, era la più alta del mondo.
Yokohama è un piccolo villaggio di pescatori fino alla fine del periodo di Edo (1603-1868), ma con l’apertura forzata del Giappone ai commerci avvenuta a partire del 1853 diviene una delle città principali e la “contact zone” del Giappone con il resto del mondo per più di mezzo secolo.
Il governo Tokugawa praticò una politica di ferrei controlli sui commerci e sui contatti con gli stranieri e anche ai giapponesi stessi era proibito uscire fuori dal Paese.
Dopo il divieto del cristianesimo gli unici europei a cui era concesso di commerciare in Giappone erano gli olandesi, relegati nella piccola isola di Deshima di fronte a Nagasaki.
Limitazioni erano poste anche al commercio coi cinesi, i coreani, gli ainu e gli abitanti delle Ryukyu.
Nel 1853, sotto ordine del presidente degli Stai Uniti, Matthew Perry con il grado di commodoro della marina statunitense, arrivò con 4 navi da guerra nella baia di Edo per costringere il Giappone ad aprirsi ai commerci.
Incontratosi con i delegati dello shogun lasciò una serie di richieste dicendo che sarebbe venuto dopo un anno a conoscere la risposta.
Nel 1854 i giapponesi, sotto la minaccia delle superiorità militare furono costretti ad accettare le condizioni di Perry e a firmare i cosiddetti patti di Kanagawa, proprio nell’allora piccolo villaggio di Yokohama.
Il governo giapponese voleva cercare il più possibile di mantenere gli occidentali lontani dal centro del potere cercando di riproporre il modello di Nagasaki.
Davanti alle pressioni degli americani che chiedevano uno scalo a Edo o, vicino, sulla via del Tokaido, riuscirono a convincerli a stabilirsi a Yokohama, più lontana dalla futura capitale e dalle arterie principali di collegamento.
Qui gli americani ottennero diritto di risiedere, acquistare case e terreni, praticare la religione cristiana (ancora vietata in Giappone) e persino di essere giudicati, in caso di controversie legali, dalle leggi statunitensi.
I trattati definiti “ineguali” perché le condizioni erano migliori per la parte straniera, provocarono il malcontento di molti signori locali e portarono in pochi anni alla caduta del governo Tokugawa.
Yokohama divenne la sede delle imprese commerciali occidentali e il porto di approdo al Giappone.
Si ingrandì rapidamente prima lungo la baia e poi anche nella parte più alta.
Anche una nutrita colonia cinese e coreana si stabilirono nella città. La Chinatown di Yokohama con quella di Kobe è una delle maggiori del Giappone.
La città continuò a crescere durante i periodi Meiji e Taisho, divenendo il luogo dove molte innovazioni occidentali venivano introdotte in Giappone.
Tra queste il vestire all’occidentale, la fotografia (di cui il pioniere fu l’italiano Felice Beato), i primi gelati e la birra, nonché il primo giornale giapponese in lingua inglese.
Nei periodi Meiji e Taisho la zona tra Yokohama e Kawasaki ebbe un notevole sviluppo industriale, costituendo la zona conosciuta ora come l’area Kehin.
Distrutta dal terremoto del 1923 e ancora durante a guerra, il processo di ricostruzione cominciò già sotto l’occupazione americana e il suo sviluppo continuò nei decenni successivi e continua ancora oggi.
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