Évora si trova in una fertile valle circondata da basse colline, 70 miglia (110 km) a est di Lisbona.
Originariamente conosciuta come Ebora, fu dall’80 al 72 a.C. il quartier generale del comandante romano Quinto Sertorio e rimase a lungo un importante centro militare romano.
In seguito fu chiamata Liberalitas Julia per via di alcuni privilegi comunali concessigli da Giulio Cesare.
Intorno al 712 Évora fu conquistata dai Mori, che la chiamarono Jabura, e rimase sotto il dominio moresco fino al c. 1166. Nel XV-XVI secolo i re del Portogallo iniziarono a risiedere regolarmente a Évora.
Il vescovado della città, fondato nel V secolo, fu elevato ad arcivescovado nel XVI secolo. Dal 1663 al 1665 fu in mano spagnola.
Nel 1832 Dom Miguel, pretendente al trono portoghese, ritirandosi davanti a Pedro I (Dom Pedro), si rifugiò a Évora; nella cittadella collinare della vicina Évoramonte, fu firmata la convenzione con cui Miguel fu bandito.
Combattuta per secoli, Évora ha uno stemma che presenta due teste umane mozzate.
La cattedrale, originariamente un edificio romanico (1186–1204), fu restaurata in stile gotico (1400 circa). La Chiesa di São Francisco (1507–25) è un buon esempio dell’architettura mista moresca e gotica nota come manuelina; comprende una cappella del XVI secolo creata dalle ossa di circa 5.000 monaci.
La città è la sede dell’Università di Évora, originariamente fondata nel 1559 per succedere al Collegio dello Spirito Santo (gesuita; fondato nel 1551), ma fu soppressa nel 1759; è stato ricostituito nel 1973 come Istituto universitario di Évora, che ha lasciato il posto all’Università di Évora nel 1979.
Una locanda, la Pousada dos Lóios, si trova sul terreno dell’ex convento di Lóios (XV secolo).
Appena fuori dalla locanda si trova il piccolo tempio romano di Diana (un nome per il quale non esiste un’autorità valida), che risale al I-III secolo d.C.
Dopo il 1640 la città divenne un centro di studio e spettacolo musicale in collegamento con la cattedrale e l’università.
Il Museo di Évora comprende mostre archeologiche e d’arte.
Il centro storico della città, con una cinta muraria di epoca romana, moresca e successiva e case imbiancate a calce ornate di azulejos (piastrelle smaltate), è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1986.
Évora è principalmente un centro commerciale agricolo (mais [mais], mele, fieno e maiali).
Il turismo è un fattore trainante nell’economia della città.
C’è poca industria oltre alla fondazione del ferro, alla lavorazione del sughero e alla produzione di tessuti.
Resti preistorici, tra cui pitture rupestri e monumenti in pietra, si trovano nelle vicinanze.
Il territorio circostante è ricco di boschi di sughero ed è una fertile regione agricola; ha anche miniere di minerale di ferro, rame e amianto e cave di marmo.
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