Bene, il tour in Albania sta per finire.
Siamo tornati a Tirana, la capitale da cui eravamo partiti, e l’ultima sera abbiamo cenato tutti insieme in un ristorante all’aperto chiamato Oda Garden.
Era un ristorante con musica dal vivo e sembrava un ristorante per turisti.
Dopo i soliti antipasti di insalata, formaggio e fagioli, il piatto principale era agnello.
Tuttavia, la porzione era piccola, ed è stato divertente vedere una donna siciliana, una delle più giovani del tour, arrabbiarsi parecchio.
In seguito, a due dei nostri compagni di viaggio non è stato servito agnello per molto tempo, e hanno detto: “Se pensate che ci arrenderemo, vi sbagliate!” e noi tutti abbiamo riso.
Quando è stata suonata una canzone italiana, l’anziana signora dell’obelisco ha cantato con gioia, ed è stato commovente assistere a questo spettacolo.
Nel complesso, penso che i partecipanti al tour siano state persone simpatiche.
Ora, il giorno dopo era l’ultimo giro turistico.
Doveva essere il primo giorno del nostro arrivo, ma a causa degli orari dei voli, circa la metà dei partecipanti non ce l’ha fatta.
Questo ha significato un doppio sforzo per la guida, ma non si poteva fare altrimenti.
Per prima cosa, siamo andati nella zona degli uffici governativi.
Molti degli edifici governativi furono costruiti dall’Italia durante il periodo fascista.
Uno degli edifici era di un rosa piuttosto vistoso.
Lì c’era un bunker governativo, che era stato trasformato in un museo.
A quanto pare ci sono circa 5.000 bunker in città.
Durante il tour ne avevamo già visti alcuni, ma questo era per i funzionari governativi, quindi era più grande.
C’era un’auto simile a una jeep parcheggiata fuori, che a quanto pare era un’auto ufficiale dell’era comunista.
La nostra guida ha detto: “Quando questa auto si è fermata davanti a casa tua di notte, significava che si stava avvicinando un grave pericolo“.
Quando siamo entrati nel museo e abbiamo alzato lo sguardo, il soffitto rotondo era coperto di foto di “persone scomparse”.
Il numero di queste persone era di circa 6.000.
Di recente, c’era un programma televisivo che conteneva interviste a persone imprigionate negli anni ’80, e il filmato era sullo schermo.
Questo edificio era un bunker, non una prigione, ma forse perché lo spazio sotterraneo, con le sue file di piccole stanze su entrambi i lati di uno stretto corridoio, ci ricordava una prigione, è diventato un museo che mostrava gli orrori dell’era comunista.
A proposito, i bunker erano un parco giochi per la nostra guida, Giorgio, nei giorni di pioggia.
Da quello che ha detto, non ho avuto l’impressione che la vita fosse particolarmente difficile in quel periodo, ma forse perché era un bambino allora.
Abbiamo lasciato il museo da un ingresso diverso
[Mag 2024]
