[Febbario 2018] Dopo aver mangiato nella plaza de toros di Antequera, città dell’Andalusia, nella Spagna del sud, ci siamo incamminati a piedi verso il centro.
Prima di tutto vicino all’arena c’era un bel portale fatto con un disegna di mattoni.
Detto il portale di Esteban era stato costruito a metà del diciottesimo secolo e nel 1998 ricostruito in base al suo disegno originale.
Un tempo nell’arco centrale passavano cavalli e carrozze e in quelli laterali i pedoni, poiché le macchine non ci passavano nel 1931 da un giorno all’altro era stato buttato giù.
Nella forma attuale, poiché la strada ci passa attorno non ci passano né le auto, né i pedoni.
Così siamo andati a piedi su questa via Infante don Fernando, una delle principali, che proseguiva verso il centro.
Infante don Fernando è il re Ferdinando I di Aragona che aveva conquistato Antequera togliendola al regno di musulmano di Granada nel 1410.
Le previsioni del tempo avevano detto che ci sarebbe stato un tempo variabile tra il sereno e il nuvoloso, ma c’era bel tempo con un bel cielo azzurro.
Pensando che era una città collocata nell’entretorra pensavo facesse freddo e mi ero equipaggiata, ma le mie misure si erano rivelate inutili.
Dalla piazza omonima dovi si trova la chiesa di San Sebastiano siamo saliti in direzione dell’Alcazaba, una fortificazione moresca.
Alcuni punti della salita erano gradinate dai muri bianchi e quando siamo arrivati in cima uno splendido panorama ci aspettava.
Nella collina di fronte verso la chiesa la bella vista delle case bianche si estendeva di fronte a noi.
Siamo stati un po’ a vedere il panorama e dopo facendo un giro abbiamo visto un grande arco.
E’ l’Arco dei Giganti costruito nel 1585.
Attraverso di questo siamo entrati nel sito dell’Alcazaba.
L’Alcazaba era stata costruita nel XIV secolo sulle rovine romane, coma a Malaga.
Siamo stati nell’edificio e siamo andati opra per vedere ancora il panorama che andava anche oltre i campi.
Si notava una rocca dalla strana forma.
Ho visto su internet che questa rocca ha un nome romantico “La rocca degli amanti”.
La leggenda dice che ai tempi della dominazione musulmana un uomo e una donna si innamorarono e commisero un doppio suicidio buttandosi da questa rocca.
Il sito che il poeta inglese Robert Southey, vissuto tra la fine del diciottesimo e l’inizio del diciannovesimo secolo, sviluppo questa storia e scrisse la trama dell’amore di una nobile musulmana e dello schiavo cristiano posseduto dal padre.
Dopo il panorama siamo stati nella chiesa che nel sito dell’Alcazaba che si chiama Real Colegiata de Santa Maria.
La chiesa fu costruita nel XVI secolo in stile rinascimentale ma i soffitti sono in stile Mudejar, un misto tra architettura moresca e stile cristiano.
Pare ci siano altri edifici e chiese in stile Mudejar in questa città.
Ho pensato che sarebbe stato interessante stare qui anche la notte per visitare meglio la città, ma dopo aver visto la chiesa non è rimasto altro tempo quindi siamo scesi verso la stazione degli autobus, perdendoci ogni tanto.