Nizza 2

Nizza 2

La mattina successiva a Nizza in Francia c’era un gradevole cielo sereno.

Per colazione ho preso un cornetto e un “cafè au lait”.

Rispetto al caffè e latte è cambiato solamente il nome, ma a dir la verità, mi è sembrata una lingua strana.

Oltrepassando Ventimiglia, che si trova sul versante italiano del confine, c’è a pochi minuti di distanza questa città e tutti naturalmente parlano francese.

Tuttavia, la città originariamente era italiana e stando a ciò che ho ascoltato in giro, ci sono anche numerose persone anziane italiane che trascorrono a Nizza gli ultimi anni della loro vita e per di più ho sentito anche parlare italiano.

Sono sempre lingue latine, ma dato che il suono è completamente diverso, il cambiamento mi ha sorpreso.

Dopo colazione, facendo un giro per la città, siamo andati in un parco divertimenti.

Non so se l’avessero attrezzato in vista del carnevale.

La ruota panoramica stava funzionando e, pensando fosse bello il panorama dall’alto, mi ci sono avvicinata di corsa.

Non c’erano altri clienti, ma ho provato a prenderla lo stesso.

Subito dopo che sono salita, mi sono ricordata che a me questo tipo di giostra mi fa sentire male.

Rispetto alla ruota panoramica di Londra, il “London Eye”, questo tipo era più grande e le cabine erano completamente fatte di vetro, il che non mi ha tranquillizzato per niente e sono stata colpita da un attacco di acrofobia.

Ho capito di avere paura dei luoghi alti qualche anno fa, quando a Parigi sono salita su una ruota panoramica di notte, ma me ne sono completamente dimenticata (forse, la prossima volta anche vedendo una ruota panoramica, dimenticando la paura, finirò per salirci).

In ogni caso, dato che ho capito che, nel momento in cui guardavo il panorama dall’obiettivo della macchinetta fotografica, la paura diminuiva, durante i quattro giri della ruota ho guardato ininterrottamente attraverso la macchinetta.

Questa foto ne è il risultato.

Sono scesa senza problemi dalla ruota panoramica e ho fatto una passeggiata sulla riva del mare.

Questo credo sia il luogo più bello di Nizza.

Forse perché era vicino il week-end di San Valentino, sulla spiaggia sparse qua e là c’erano delle coppie.

Essendo un giorno caldo, c’erano già persone accaldate che si facevano il bagno (→).

Il panorama, dato che lungo la spiaggia c’erano grandi alberghi, mi ha fatto tornare in mente Brighton, nel Regno Unito.

Eravamo fuori stagione e in qualche modo anche l’atmosfera era come appesantita dalle glorie passate.

Ho visto anche un hotel arredato in modo abbastanza kitsch.

Come detto prima, Nizza una volta apparteneva all’Italia e anche Garibaldi che 150 anni fa ha riunificato l’Italia era originario di qui.

Infatti, le costruzioni della parte vecchia della città di Nizza assomigliano a quelle delle città del golfo ligure in Italia.

Sembra che il regno di Sardegna per essere riconosciuto dalla Francia abbia ceduto a questa la città di Nizza.

A proposito in francese Nizza si dice Nice.

Di solito non mi incuriosiscono molto i musei, ma sapendo che a Nizza ci sono il museo di Matisse e quello di Chagalle, spinta da un interesse culturale ho deciso di andare a vederli Ma, dispiegando la mappa, ho visto che dalla spiaggia dove mi trovavo, erano piuttosto distanti.

Sarei voluta andare anche vicino al porto, ma a camminare mi ero già stancata.

E così la cosa migliore era salire e scendere liberamente da un autobus turistico.

A Nizza non è economico, costa 20 euro ma, dato che ti accompagna senza problemi dove tu voglia andare e per di più ci sono anche le spiegazioni, è molto conveniente.

Il vantaggio è che puoi anche scattare fotografie da una postazione alta.

Inoltre la voce dell’audio guida si è presentata nel seguente modo: “Mi chiamo Yamamoto”.

Era la prima volta che sentivo una cosa del genere e sono scoppiata a ridere.

Il signor Minamoto mi ha spiegato che sulla collina verso il porto ci sono le case di villeggiatura dei ricchi, che i lussuosi palazzi appartengono all’epoca della Belle Epoque, che a Nizza fin dai tempi antichi ci sono numerosi Russi e che ci sono anche chiese ortodosse a forma di cipolla come quelle di San Pietroburgo.

Sono entrata gratis al museo di Matisse.

Quello di Chagalle, invece era a pagamento, ma essendoci numerosi grandi dipinti dalle tonalità calde, ne è valsa la pena.

Erano luminosi come le illustrazioni delle favole per bambini, ma ho saputo che erano stati disegnati, essendo lui ebreo, con finalità religiosa.

Nella caffetteria del museo ho fatto un pranzo veloce e una ragazza che pensavo fosse giapponese vi faceva la cameriera.