Porto 2

Porto 2

Il giorno successivo a Porto per colazione ho mangiato una crema a base di uova in un piccolo caffè proprio di fronte l’hotel.

Questa in Portogallo è molto buona.

Anche a Lisbona ci sono dei caffè specializzati nel prepararla.

A proposito, a Lisbona c’è un negozio di Castella (dolce simile al pan di Spagna) gestito da una coppia di coniugi, un Portoghese e una Giapponese.

Si dice che lui mentre stava studiando in Giappone è rimasto deliziato dai Castella giapponesi che erano di origine portoghese, e, preoccupato del fatto che questi stessero completamente passando di moda in Portogallo, si specializzò, grazie ad un duro tirocinio, nella loro produzione.

Io in verità non sono mai andata in questo negozio, ma nel caso faccia un viaggio d’affari a Lisbona, come è mia abitudine, comprerò assolutamente come souvenir un Castella in quel negozio, così potrò garantirne, una volta mangiato, il suo eccellente sapore.

Successivamente, sono scesa verso il fiume Douro che è l’emblema della città.

Scendendo, il ponte si vede in alto in lontananza.

All’estremità del ponte sale e scende una funivia.

Grazie ad essa scendere è più facile.

Ho provato a prendere un battello turistico per circa un’ora.

Il cielo era nuvoloso, tirava vento freddo ma non pioveva e dal fiume ho apprezzato il paesaggio.

Uno dei marinai aveva pochi capelli.

Dopo la gita in barca, sono andata in un’enoteca di vin porto dall’altra parte del fiume.

Il porto è un vino da dessert autoctono e spesso si pensa solo rosso, ma c’è anche bianco, comunque anche quest’ultimo è dolce. Il regolamento impone che non si possono portare liquidi nel bagaglio a mano, quindi, anche se vai in una zona produttrice di vino la cosa brutta è che non puoi comprare del vino con leggerezza.

I prodotti dell’aeroporto hanno una qualità un po’ bassa.

Metterli nel bagaglio che imbarchi al check-in è una grande scommessa.

Ho provato a visitare una cantina il cui biglietto era incluso con il viaggio in nave, ma essendo un gruppo di molti clienti non sentivo niente e durante il percorso ho rinunciato.

Cambiando programma, ho mangiato una specie di stufato di pesce in un affollato ristorante di pesce che ho trovato nei paraggi e sono rimasta molto soddisfatta.

Inoltre, questo grande ponte che attraversa il fiume Douro si chiama Ponte de Dom Luis 1.

E’ stato costruito da un discepolo di Eiffel, il costruttore dell’omonima torre di Parigi.

Ovviamente le assomiglia.

Quella sera, cambiando idea, sono andata in un ristorante di sushi.

Ho pensato che il sushi fosse buono in una località dove il pesce è buono.

E’ stato così.

Sembra che al giorno d’oggi si possa mangiare la cucina giapponese di alto livello ovunque.

Tuttavia il prezzo è molto alto.

A Porto, ogni volta che ero stanca ho preso il taxi.

Anche perché le tariffe sono abbordabili.

Gli autisti dei taxi del Portogallo parlano molto.

Anche se non capivo il portoghese, continuavano a parlare.

In precedenza anche a Lisbona mi è successa la stessa cosa.

A proposito, questa volta mi ero stancata di camminare.

L’autista del taxi che ho preso all’estremità del ponte mi ha detto che il figlio stava lavorando in Angola.

Ignoro il perché me l’abbia detto.

Comunque, fondamentalmente sono tutti molto gentili, soprattutto i signori di mezz’età, forse perché siamo coetanei?