[Maggio 2018]
Dopo Belgrado, la capitale, abbiamo richiesto un tour individuale per la città di Novi Sad, la seconda più grande città della Serbia.
Era uno dei numerosi pacchetti per tour fuori città che offriva la ditta che aveva organizzato il walking tour il giorno prima.
Lo avevamo prenotato un po’ all’ultimo momento e pensavo che non sarebbe stato possibile, invece ci hanno risposto subito e siamo riusciti ad organizzarci.
L’appuntamento era alle 11 e scesi al piano terra c’era ad aspettarci una giovane donna che si chiamava Sara che sarebbe stata la nostra guida.
Lei sarebbe stata nello stesso tempo il nostro autista.
La macchina era un Ford Focus con un po’ di anni e ci ha detto che la sua macchina era in riparazione e aveva dovuto prendere quella di suo padre.
Per prima cosa ci siamo diretti verso nord.
Novi Sad era la nostra destinazione, ma lungo il tragitto ci saremmo fermati in alcuni villaggi, il primo era Sremski Karlovici, un nome che davvero faccio difficoltà a ricordare.
Lungo il tragitto il paesaggio era tutto pianeggiante.
Questa parte nord della Serbia si chiama Voidovina e Sara ci ha detto che anche l’umore qui non ha molti sbalzi, e ci sono molte persone calme.
Ho visto che tutto intorno era verde ed ho chiesto se l’agricoltura era l’occupazione principale e questo ci ha portato a parlare della storia moderna del paese.
Con il crollo della Jugoslavia anche l’industria serba era collassata.
Questo perché fin quando era una sola nazione potevano raccogliere, per produrre, per esempio, un auto, i materiali e i componenti dalle altre regioni, ma quando sono divenute nazioni differenti è divenuto tutto più difficile.
E specialmente la Serbia era in difficoltà per le sanzioni internazionali.
Secondo Sara Croazia e Slovenia erano state aiutate dall’Unione Europea perciò si erano riprese subito.
Ho sentito una storia molto simile sul crollo della produzione industriale riguardo all’Armenia in passato.
Nel loro caso il problema era stato il crollo dell’URSS.
E noi, in Inghilterra, avremo probabilmente una storia simile, dopo la Brexit.
Siamo arrivati a Sremiski Karlovci.
E’ un piccolo centro di importanza storica.
Sulla via principale c’erano il Palazzo del Patriarca, la chiesa ortodossa e quella cattolica.
La fontana in marmo coi leoni, realiazzata nel 18mo secolo è il simbolo della città.
Sara ci ha detto che non essendoci state guerre gli edifici antichi e gli antichi costumi si erano conservati.
Siamo andati in uno shop chiamato ceramica Ras che vendeva bambole di ceramica.
Queste bambole vestivano il costume della regione e suonavano vari strumenti alcuni dei quali erano tipo mandolini.
C’erano anche delle case di ceramica.
L’uomo del negozio e suo padre stavano facendo queste case.
Ci ha detto che suo padre preferiva le facce bianco pallido, ma lui quelle scure e abbronzate.
Erano bambole molte belle e abbiamo comprato un maschio e una femmina.
In questa zona si produce anche vino e alcune cantine sono aperte al pubblico e fanno assaggiare il loro vino.
Siamo andati in una chiamata Bajilo.
La cantina era stata portata avanti da una stessa famiglia per quattro generazioni e usavano una galleria sotterranea per conservare i loro vini.
Abbiamo provato il Bermet il particolare vino da dolce di questa regione.
Era davvero buono e dolce.
Ci hanno detto che questo vino era servito sul Titanic.
Voleva portarci qualche bottiglia, ma siccome non potevano portare liquidi nel nostro bagaglio a mano abbiamo dovuto rinunciare, purtroppo.