[Settembre 2018] Il secondo giorno a Kiev in Ucraina era bel tempo.
Nel pomeriggio, ci siamo incontrati la seconda volta con la guida del giorno prima Miloslava e abbiamo continuato la visita turistica.
Il punto di incontro con lei era l’Università rossa.
Questa università che ha ventimila iscritti è considerata il vertice dell’istruzione in Ucraina e per questo è di colore rosso vivo.
Questa è la spiegazione ufficiale, ma ce n’è un’altra. Secondo Miloslava il colore che volevano fare originariamente era un rosso più scuro, ma hanno sbagliato la composizione ed è venuta così.
Grazie a questo, comunque, resta impressa nella mente.
Il nome completo sia di questa università che del teatro dove siamo stati ieri include quello di Taras Schevchenko.
Poeta del diciannovesimo secolo, Shevchenko ha scritto poesie in Ucraino. Miloslava ci ha detto che le poesie prima di lui e dopo di lui sono profondamente diverse.
Nel parco davanti all’Università è stata eretta la sua statua.
Da qui siamo andati a piedi verso la cattedrale di Volodymyr che si stagliava, color giallo oro, sullo sfondo del cielo sereno.
Mi ricordavo di questa vista dalla scorsa visita fatta a Kiev.
San Volodymyr è il santo che ha convertito Kiev e la Russia al cristianesimo nel 988.
Avendo detto a Miloslava che era un nome difficile da ricordare per me, lei mi ha spiegato che è il nome russo “Vladimir” in ucraino.
Iniziati i lavori di costruzione nel 1862, erano stati fermati nel 1866.
Per un errore di progettazione si verificò una frattura nel tetto e delle pareti . Per la preoccupazione derivatagli da questo evento l’architetto si ammalò e morì in un ospedale psichiatrico.
I lavori furono ricominciati nel 1875 e il muro esterno fu completato nel 1882.
La chiesa ha una base di 29,85 metri per 54,93 e un’altezza di 99 metri ed è l’edificio più grande di Kiev.
Dopo, per gli interni, erano previsti due anni di lavori, ma ne sono stati impegnati 11 sforando notevolmente il budget previsto all’origine.
L’interno della chiesa era così piena di belle pitture da sembrare un museo.
Forse per le forme artistiche che erano in voga in quel periodo gli angeli e i santi erano rappresentati aventi un bell’aspetto con grandi occhi neri.
Purtroppo dentro la chiesa non si potevano fare foto, così ho comprato un libricino che era tipo il catalogo di un museo.
Questa foto dell’angelo l’ho fatta dal libro che ho acquistato.