[Maggio 2018]
Siamo arrivati a Novi Sad, la seconda città più grande della Serbia.
Pur essendo la seconda città era un posto tranquillo e con un’atmosfera rilassata.
Come esempio di questa rilassatezza, Sara ci ha detto che una volta aveva affittato un appartamento qui e doveva riconsegnare le chiavi e il padrone le disse di lasciarle pure sul tavolo, senza preoccuparsi più di tanto di controllare se è tutto era in regola.
Appena arrivati c’erano, malgrado fosse lunedì pomeriggio, persone che si rilassavano sulle panchine del parco.
Passeggiando per la zona pedonale , dove c’è la statua di un famoso poeta serbo di nome Zmaj (che significa “drago”), che è nato qui, abbiamo visto un bel palazzo di colore rosa.
Era il palazzo vescovile e vicino siamo entrati nella cattedrale ortodossa serba di San Giorgio, vicino a questo.
Purtroppo era vietato fare foto.
Separata dalla stanza principale c’era una stanza con le candele e sia mio marito che Sara ne hanno accesa una.
le candele erano allineate in due livelli. In quello di sopra si accendevano le candele in favore dei vivi, in quello di sotto dei morti.
Da qui fino alla Piazza Sloboda, che è la piazza centrale c’è la via principale del passeggio.
C’erano vari caffè e avevano i tavoli sulla strada.
A Piazza Sloboda c’era una chiesa dalla forma di un missile, che è sempre chiusa, il bel palazzo comunale, del XIX sec., che sembra sia una copia di quello di Gratz in Austria, e la statua del politico del”800, Svetozar Miletic.
Qui siamo rimasti in piedi parlando con Sara.
Non mi ricordo come ci siamo messi a parlare del Kosovo.
La maggior parte delle delle nazioni del mondo riconosce il Kosovo come uno stato indipendente, ma la Serbia non lo riconosce.
Sara ha detto che il primo regno unito di Serbia nacque in Kosovo.
I serbi secondo lei hanno origine dal Kosovo.
Il motivo per cui in Kosovo la popolazione musulmana era aumentata era perché 30 anni prima gli albanesi avevano cominciato a comprare case ai prezzi più alti rispetto al mercato facendo aumentare deliberatamente le loro presenza.
“Non è un fatto storico” ha detto.
Ascoltando queste parole mi sono ricordata di un libro che leggevo sempre quando andavo a scuola che si intitolava “Cos’è la storia?”.
Diceva più o meno che siccome da ogni punto di vista la si guardi la storia cambia, non esiste una storia oggettiva.
Poi Sara ha aggiunto che secondo lei bisogna lasciar perdere il Kosovo e imboccare la strada per entrare nell’Unione Europea.
Lei ha 25 anni ed è sposata.
Anche il marito che lavora in Hotel sta studiando per diventare guida e nel periodo di bassa stagione ha detto che stanno pensando di fare un figlio.
A vederla sembrava davvero una giovane donna, ma il modo in cui guidava e le sue opinioni erano chiare e sicure.
Il tour un programma era di 7 ore, ma arrivati a Novisad già eravamo oltre.
Malgrado questo ci ha lasciato lo stesso fare i 30 minuti liberi come eravamo rimasti d’accordo e abbiamo passeggiato per la via principale guardando i negozi. Ne ho trovato uno molto bello di vestiti lavorati a maglia.
Era un negozio di una catena serba che si chiama IVKO Woman e fa vestiti con pattern particolari che richiamano ai costumi tradizionali serbi.
I prezzi erano abbordabili così ho comprato qualcosa.
Appena l’ha vista Sara ha detto “A questo marca piace molto ai cinesi”.
Sarà che questa merce incontra il gusto degli asiatici.
Tra l’altro tra i turisti che vanno in Serbia molti sembrano siano i cinesi e i turchi.