Da Alghero, dove alloggiavamo in Sardegna, siamo partiti per un’escursione a Bosa, una cittadina a circa 50 chilometri a sud.
Questa era la seconda volta che visitavamo Bosa.
Dalla prima volta sono passati circa due anni.
Per prima cosa ci siamo recati alla fermata dell’autobus di via Catalogna accanto al Parco Gialdini Giuseppe Manno, per prendere l’autobus locale alle 9:30 del mattino.
Questa è la fermata principale degli autobus di Alghero.
Quando abbiamo provato a salire sull’autobus che è arrivato in orario, l’autista ha chiesto, “biglietti, per favore”
Quando abbiamo detto: “La biglietteria è chiusa e il tabellone informativo dice che puoi comprarla dall’autista“, ha spiegato un po’ seccato, “A causa del coronavirus, abbiamo smesso di vendere i biglietti sull’autobus”.
E ha detto che i biglietti erano venduti al Tabacchi dall’altra parte del parco.
Mio marito è corso dal Tabaccaio ed e’ riuscito a comprarli in tempo cosi’ siamo riusciti a salire su questo autobus.
Eravamo contenti di poter salire, ma c’erano alcuni passeggeri senza maschera.
Sembravano viaggiatori francesi.
Per questo abbiamo cambiato posto due volte per rimanere lontani da loro.
Quando si va da Alghero a Bosa è opportuno prendere i posti sul lato destro nel senso di marcia.
Perché puoi osservare la bellissima costa.
Questa volta, mi sono resa conto che il bello non era solo l’intricata costa, ma anche il meraviglioso colore del mare.
Il mare, che la volta precedente era grigio a causa delle nuvole e della pioggia, questa volta brillava di un bellissimo verde smeraldo, e si vedeva anche il fondale marino dalla cima dell’alto dirupo.
È un peccato non aver potuto delle belle foto perché ero sull’autobus sempre in movimento.
Siamo arrivati a Bosa in circa un’ora.
L’autista ha indicato un bar che vendeva i biglietti dell’autobus, cosi’ li abbiamo acquistati prima per il viaggio di ritorno (la tariffa era di € 3,70 a persona solo andata).
Abbiamo bevuto un cappuccino in una piccola piazza dove c’era un edificio simile a un teatro e poi abbiamo passeggiato per la città.
Abbiamo dato un’occhiata alla bella e magnifica chiesa chiamata Chiesa della Beata Vergine del Carmine, poco prima di entrare nel labirinto del centro storico.
Sembra essere un edificio nella seconda metà del XVIII secolo e il bellissimo altare in stile Rococò era uno spettacolo da vedere.
Quando siamo usciti, ci siamo affrettati a indossare la mascherina dopo aver sentito un vecchio del posto lamentarsi ad alta voce: “Ci sono turisti incivili che non indossano le mascherine”.
Pero’ c’erano molte persone chiaramente del posto che non le indossavano in strada.
Questo mi ha ricordato un altro anziano che era altrettanto insoddisfatto dei turisti, quando siamo andati a Looe nel sud-ovest dell’Inghilterra a luglio.
Siamo entrati nel centro storico e ci siamo diretti verso le rovine del castello sulla collina, proprio come l’ultima volta che eravamo stati qui.
Le case di Bosa sono colorate e vale la pena scattare tante foto.
In effetti volevo fotografare ogni angolo della città.
Anche i panni appesi faceva parte della bellezza del centro.
Due anni prima era nuvoloso, ma questa volta il sole splendeva luminoso.
La luce proietta le ombre e l’azzurro del cielo accentua il contrasto cromatico.
Avevamo saputo che furono le donne di Alghero ad iniziare ad addobbare il paese con prodotti di scarto, ma è stato bello vedere gli addobbi nel centro storico di Bosa, dove usano i barattoli vuoti come vasi di fiori.
Siamo arrivati in cima alla collina e l’ingresso nel sito delle rovine del castello costava 4 € a persona.
La differenza rispetto all’ultima volta è stata che le informazioni si ottenevano avvicinando il telefono cellulare al codice QR in biglietteria.
C’era una piccola cappella che conoscevo e all’interno alcuni begli affreschi come “L’ultima cena“, ma ricordavo anche che la fotografia era severamente vietata.
Dall’alto dei bastioni, abbiamo potuto vedere benissimo tutta la città di Bosa.
[Sept. 2020]