Diario di viaggio 2° giorno (Havana-Trinidad)
Ieri l’hotel dell’Havana a 5 stelle, lussuoso e antico mi ha molto meravigliata, mentre quello di Trinidad di questa notte era sì a 4 stelle, ma nuovo e magnifico.
Però era costoso… Non penso sia giusto fare un viaggio di lusso che sia distante dal tenore di vita della gente locale, ma non posso negare che sia comodo.
C’era anche la possibilità di dormire in famiglia.
Inoltre, questa mattina dopo aver fatto colazione all’hotel dell’Havana, quando sono uscita un po’ mi è venuto da ridere pensando che questa città assomigliasse a Lecce, in Italia del sud.
Vendevano anche una versione cubana di bambole grassocce che avevo comprato a Lecce.
Alle 9 è venuto a prendermi un autista coscienzioso e siamo partiti con una macchina coreana, una Hyundai.
Nelle vicinanze dell’Havana abbiamo incontrato alcune macchine d’epoca, ma lasciata la città, l’autostrada era completamente deserta.
Sebbene fosse una splendida strada a 4 corsie, nessuno la percorreva.
Era una spianata deserta dove germogliavano solo le palme.
C’erano pochissime case.
Dato che non c’erano nemmeno le pubblicità, mi ha trasmesso sempre più una sensazione di vuoto.
Ho visto un magnifico gregge di pecore, ma stando a ciò che riporta la mia guida, queste sono sotto il controllo del governo.
Abbiamo accostato in un’area di servizio per bere un caffè.
Quando lo abbiamo offerto anche all’autista, questi si è sciolto un po’ e abbiamo iniziato a comunicare in uno spagnolo un po’ approssimativo.
Lasciata l’autostrada abbiamo visto un po’ lo stile di vita delle persone locali.
Ci sono degli agglomerati di case di un solo piano simili a delle scatole come quelle che ho visto in Cina, in Medio Oriente e in India.
Queste sono le abitazioni tipiche delle persone.
Il bucato è molto colorato.
Questa sembra essere una zona in cui si produce canna da zucchero, ne ho viste tante di questo tipo.
L’autista, al quale credo stessimo un po’ simpatici, lungo la strada si è fermato in una piccola città che si chiama Rodus.
Proprio quando è finita la messa delle perone sono uscite in fila con in mano un qualcosa di simile alle foglie di canna da zucchero.
Tuttavia, secondo il nostro autista quelle erano foglie diverse da quelle della canna da zucchero e sembra che servano per decorare le porte e che richiamino la buona sorte.
Oltrepassata Cienfuegos, il paesaggio che era tutto in piano è cambiato e abbiamo iniziato a vedere chiaramente una catena montuosa.
Si vedeva il passo di San Anton.
Però, faceva caldo.