Questa volta il mio viaggio è iniziato nel “futuro”.
Mi spiego meglio.
Dato che la partenza per Porto era fissata per le 6 e 40 di mattina, la sera precedente ho pernottato all’aeroporto di Heathrow.
Ho dormito in un lussuoso hotel a capsula dal nome “Yotel” che ha costruito un imprenditore, Simon Woodroffe.
Possiede una catena di ristoranti di sushi molto diffusa in Inghilterra che si chiama Yosushi.
Una volta ho incontrato questa persona e mi ha detto che originariamente lui era un direttore di concerto e durante una tournée è rimasto affascinato dalla cultura moderna del Giappone e adattando questa all’ambiente inglese ha iniziato a riscuotere grande successo.
Questo “Yotel” è abbastanza comodo, tutte le cose necessarie sono concentrate in un piccolo spazio.
E’ stata un’esperienza interessante.
Purtroppo non ho una fotografia che possa rendere l’idea.
Da questo tempo futuristico ho preso un aereo per una città decisamente storica: Porto.
Sotto la pioggia, sono arrivata in città prendendo un autobus locale dal quale salivano e scendevano solo persone anziane.
Ovunque si guardi, sono pochi gli edifici in rovina che viene da pensare abbiano bisogno di una ristrutturazione, circa il 20%.
Gli anziani che vivevano la loro vita quotidiana senza curarsi minimamente della pioggia che li bagnava, mi ha fatto percepire un sapore di storia.
La mattina presto non ho potuto fare il check-in in albergo, mi è stato consentito solo di lasciare i bagagli e nell’attesa, avevo intenzione di dirigermi verso il centro città, ma mi sembrava proprio di aver sbagliato strada.
Dato che avevo un po’ fame ho fatto una colazione a base di dolci in un forno-pasticceria del posto.
La signora del locale non credo fosse abituata a vedere degli stranieri ed è stata molto gentile.
Inoltre, era molto economico.
Tuttavia, non ricordo niente di particolarmente buono.
Dopo, come faccio di solito, ho continuato a girovagare per la città.
I telai delle finestre e i muri piastrellati di blu e verde erano interessanti.
Senza mai stancarmi passeggiavo scattando fotografie.
A mezzo giorno un’ottima soluzione è stata quella di fermarmi in un ristorante.
Era frequentato da persone del posto e l’atmosfera era molto caratteristica.
Ho mangiato semplice carne di maiale alla griglia, della quale ho una fotografia, ed era buona.
Essendo mezzogiorno, volevo ordinare solo una portata e, sebbene avessi chiesto solo il maiale, il cameriere ha portato un tagliere di salami e formaggi affettati e lasciandoli sul tavolo ha detto: “Se non li mangiate non c’è problema, se vi piacciono mangiateli.
Quello che mangiate, pagate.” Se si ha davanti agli occhi una cosa che sembra così buona, chiunque finirebbe per mangiarla! Pensavo che questo fosse un modo di fare tipico di questo ristorante, ma successivamente, dato che ho avuto la stessa esperienza in diversi altri locali, ho capito che questa è un’usanza di Porto o meglio di tutto il Portogallo.
Sebbene abbia apprezzato tutto, compreso l’antipasto, il prezzo è stato alquanto ragionevole, circa 14€.
Sono tornata in hotel per fare il check-in e mi sono riposata un po’.
Si potrebbe pensare che io abbia solo mangiato, ma questa era una vacanza.
Anche Il mangiare è un elemento importante e piacevole e questa volta sono uscita avendo come meta un ristorante che era indicato sulla mia guida.
Tuttavia pioveva.
Era una pioggia torrenziale, tanto che i jeans mi si sono completamente bagnati, l’ombrello mi si è ribaltato e non è stato per niente facile.
Però, la fortuna nella sfortuna è che non faceva freddo.
Fradicia, un po’ titubante sono scesa in direzione del fiume Douro.
All’improvviso, alzando lo sguardo ho visto una splendida chiesa piastrellata.
Era bella al punto da poter dire che questa “passeggiata” è stata il clou del mio viaggio.
Alla fine, non ho trovato il ristorante che cercavo e sono entrata in un altro che stava lungo la strada.
Era un locale piccolo.
Il padrone del ristorante mi ha detto che nei mesi di settembre e ottobre a Porto piove poco, ma in questo periodo (l’inizio di dicembre) piove spesso.