Nella penisola di Oga nella prefettura di Akita, in Giappone il posto in cui siamo andati successivamente è stato l’Oga aquarium “Gao”.
Infatti la ragione per cui siamo venuti qui è che mio marito ha trovato questo acquario su internet.
L’acquario è sulla spiaggia e la vista degli spruzzi delle onde che si alzavano verso l’alto era affascinante.
Ma stranamente il punto forte dell’acquario era un orso polare.
Poi c’era una grande vasca con pesci locali, ma pochi pesci tropicali, i preferiti di mo marito.
Abbiamo visto lo spettacolo dei leoni marini e delle foche che è stato divertente.
Usciti da qui ci siamo separati dal nostro amico che andava a stare in un hotel nella città di Akita e abbiamo aspettato il Namahage shuttle, un taxi collettivo da prenotare in anticipo che ti fa girare le principali attrazioni della penisola di Oga.
Ci è venuto a prendere un mini bus e con noi c’era un altro gruppo di persone.
Poi siamo andati al, Banseikaku, un ryokan, hotel in stile giapponese, che avevamo prenotato per quel giorno, sempre nel villaggio termale di Oga.
Questo ryokan era piuttosto surreale.
Appena arrivati non c’era nessuno ad accoglierci sia nella hall, che nella reception, che nello shop.
Alla fine è venuto al counter della reception un giovane che ci ha dato le indicazioni fondamentali.
Forse era uno studente che lavorava lì part-time.
Non avendoci dato indicazioni sulla stanza, ci siamo diretti da soli all’ascensore cercandola.
Mentre cercavamo la stanza il corridoio, l’ascensore e tutto il resto mi sembrava vecchio ed ero un po’ tesa, mentre mio marito diceva “Eccezionale, però, beh pure questa è un’esperienza”.
La porta della stanza che ci avevano assegnato nel Ryokan di Oga, la 401, sembrava anch’essa vecchia e l’abbiamo aperta un po’ spaventati, però appena entrati la luce si è accesa dolcemente in modo automatico.
E la stanza era molto bella.
C’era una stanzetta col tavolo e le sedie, una stanza da letto con due letti ampi e nel bagno, appena avvicinavi le mani al lavandino l’acqua scorreva da sola, automaticamente.
Avevamo scelto questo ryokan perché era incluso il bagno privato con l’acqua termale senza costi aggiuntivi e anche quest’ultimo era fantastico.
Ci sentivamo strani per questo equivoco, quasi fossimo stati ingannati da uno spirito volpe o qualcosa del genere.
Tra l’altro a parte noi sembrava che nel ryokan non ci fosse nessun altro.
Non avendo visto nessun altro oltre al giovane alla reception, mentre facevamo il bagno nelle acque termali, mio marito diceva che sicuramente il ragazzo stava preparando anche la nostra cena in quel momento.
Una ragazza ci ha portato la cena in camera.
Anche lei mi ha fatto l’impressione di essere una studentessa che lavorava part-time perché ci spiegava i vari cibi ripetendo le cose come se le avesse imparate a memoria.
Abbiamo mangiato tutti cibi di alta qualità come breme arrosto, tricodonte giapponese fritto, che era la specialità locale, granchio, un’altra specialità locale chiamata kiritampo nabe (brodo caldo con riso, verdure e pollo) e così via.
La mattina dopo la stessa giovane donna ci ha portato in camera anche la colazione.
Al momento del check out è venuta una donna più anziana e professionale che ci è sembrata essere la proprietaria del ryokan.
Però non ho avuto il coraggio di parlarle dell’equivoco. La curiosità mi è rimasta e siamo partiti con l’impressione che questo fosse un posto misterioso.
Non credo che ce ne dimenticheremo mai per tutta la vita.
[Settembre 2018]