[Aprile 2017]
Dal caldo di piena estate di Ishigaki il giorno successivo al ritorno siamo andati con la famiglia nelle regioni del nord del Giappone.
Con lo shinkansen siamo arrivati a Morioka e da lì abbiamo noleggiato una macchina.
Appena siamo scesi dalla stazione subito abbiamo sentito un vento freddo penetrarci nelle ossa.
Avevo una maglia, un sotto-giacca leggero e sopra indossavo un giubbino di pelle.
Abbiamo visto l’imponente monte Iwate, che si stagliava davanti a noi, con la cima coperta di neve.
La prima cosa che abbiamo visitato è stato il borgo artigianale di Morioka.
Qui passando per le tortuose stradine abbiamo visto 15 laboratori artigianali di varie produzioni tipiche della prefettura di Iwate, tra cui i prodotti in ferro Nanbu e i senbei di Morioka.
Ovviamente vendevano anche i prodotti che venivano realizzati.
Siamo entrati in un negozio di dolci e in uno in cui si dipingevano i tessuti con l’indaco e abbiamo comprato alcune cose e così abbiamo fatto negli altri laboratori.
Guardando il laboratorio degli utensili da cucina i membri della mia famiglia hanno detto che assomigliava a un quadro che si intitolava “Lavoratori del passato”, e anch’io ho avuto la stessa impressione.
C’era anche un casa della fine del periodo d Edo, chiamata Nambu Magari-ya che era stata smontata altrove e ricostruita qui.
Era un posta abbastanza interessante per farci una visita, ma era eccessivamente tranquillo.
Anche se era il fine settimana c’erano pochi turisti, e questo mi ha fatto sentire ancora più freddo.
Dopo un po’ però è arrivato un gruppo di turisti coreani.
Al centro della piazza c’era un grosso edificio chiamato “Centro per lo sviluppo delle produzioni artigianali locali della zona di Morioka“dove si vendevano molti tipi di souvenir e c’era anche un caffè.
Nella guida c’era scritto che si poteva fare anche l’esperienza della tessitura, ma girando tra i vari laboratori non riuscivamo a trovare quello della tessitura.
Pensando che fosse strano abbiamo provato a chiedere e ci hanno detto che era al secondo piano di questo centro per la promozione dell’artigianato.
Qui c’era solo una signora che stava filando da sola.
Io sola, facendo aspettare il resto della famiglia, ho fatto la mia esperienza di tessitura, facendo passare la barchetta del filo di cotone della trama, nell’ordito già preparato di lana.
Non ci era voluta la forza della volta che avevo fatto l’esperienza di tessitura a Sado e in mezz’ora avevo realizzato un piccolo sottovaso.
Il colore violetto della trama che infilavo lateralmente nell’ordito di lana, creava un bell’effetto di colore e ne ero contenta.
La donna che mi insegnava tesseva da quaranta anni ed era quindi una veterana. Mi ha detto che per questo lavoro di infilare la barchetta nell’ordito le si erano deformate le dita.
A suo dire questa tecnica di tessitura a mano era stata trasmessa da un missionario inglese tanti anni prima.
Ora stava tessendo un filo per una giacca di un vestito da uomo di colore verde scuro.
Ha detto che sarebbe stata una giacca venduta per centinaia di migliaia di yen.
Il workshop si chiamava Ori-za ed era organizzato da una ditta che si chiama: Michinoku Akane zai. Non si fanno solo i sottovasi, ma c’è anche il workshop per fare le sciarpe.