Diario di viaggio 1° giorno: Arrivo all’Havana
Mi trovavo nella stanza numero 24 del lussuoso e antico Hotel Florida, Havana – Cuba, il soffitto della camera era molto alto.
Al piano di sotto c’era musica dal vivo e numerose persone stavano ballando… I turisti che avevano fatto pratica nei loro paesi di origine, facevano coppia con delle prostitute facilmente riconoscibili.
Erano di tutte le razze e carnagioni.
Anche il ristorante “Europa” dove per cena avevo mangiato del pollo, aveva il soffitto alto.
Era un ristorante turistico e anche qui l’atmosfera era rallegrata da musica dal vivo.
Dall’aeroporto all’hotel sono andata in taxi, la strada era buia e deserta, faceva caldo e ciò mi ha fatto venire in mente il Medio Oriente e il sud-est asiatico, per esempio le campagne della Turchia e della Tailandia, ma entrando in città, le numerose persone bianche e nere in pantaloncini corti e canottiera nonché le costruzioni in decadenza in stile europeo mi hanno proiettato in una cultura della quale non avevo mai fatto esperienza prima di allora.
Per di più, il taxi era una vettura francese, ma in generale le macchine erano un misto fra Lada sovietiche e macchine americane molto vecchie come quella rappresentata nella foto.
Ho anche visto una scena in cui stavano riparando una macchina sul ciglio della strada.
Ad ogni modo vederla sotto la luce del sole è divertente.
Questo tipo di anacronismo non era solo relativo ai mezzi di terra, anche l’aereo della Air France che ho preso da Parigi sembrava un Jumbo jet di 30 anni fa, non avevo lo schermo sopra la testa e faceva un brutto rumore.
Ecco perché ho fatto un volo assai lungo, di circa 10 ore.
Inoltre, dopo l’atterraggio, dato che “nessuno era disponibile”, mi hanno fatto aspettare circa 30 minuti.
Quando ci ho pensato in seguito, mi sono detta che è interessante il fatto che anche questa caratteristica sia incline allo stile europeo.
Durante il controllo per entrare nel paese, all’inizio hanno pensato che io fossi cinese.
Quando hanno capito che non era così e dato che i cittadini europei non hanno bisogno della carta di sbarco, mi hanno messo per ultima in una lunga fila e questo mi ha seccato un po’.
Ma le persone che lavorano in un posto così duro meritano tanto di cappello.