[ Dic.2015] Il giorno successivo abbiamo attraversato il confine con l’Argentina sul pullman locale, preso in una piccola stazione di bus a Puerto Varas, in Cile.
Per prima cosa c’è stato il controllo dei passaporti da parte delle autorità cilene: a tutti i passeggeri è stato ordinato di mettersi in fila indiana di fianco al bus e quindi di avanzare come prigionieri verso i controlli.
Comunque tutto è filato liscio.
Dopo di questo, l’autobus ha superato una montagna: in effetti pare che l’effettiva frontiera fosse situata in alta quota.
Molti degli alberi su questa montagna non sono ricresciuti dopo l’eruzione del vulcano Puyehue, avvenuta nel 2011.
Di conseguenza il panorama era piuttosto desolante, sebbene lo sfondo fosse un magnifico cielo blu.
Questa parte è stata piuttosto disordinata.
Dopo aver controllato i nostri passaporti, avevano bisogno di verificare anche i nostri bagagli, tuttavia hanno omesso di controllare la mia fotocamera e, siccome era molto lunga la fila di macchine in attesa di passare, non hanno controllato nemmeno le nostre valige.
Si è trattato di un controllo piuttosto casuale.
Cile e Argentina sono paesi limitrofi, tuttavia ho notato notevoli differenze tra i caratteri degli abitanti delle due nazioni.
Ad una coppia di americani è stato ordinato di scendere dall’autobus alla fermata successiva, poiché non era in possesso del documento che avevano ricevuto all’ingresso del Paese.
A causa di questo incidente, il bus ha tardato un po’ rispetto al previsto.
Siamo stati tutti ben attenti a non perdere questo documento, durante il nostro viaggio in Cile, poiché in effetti era molto importante.