[Aprile 2017]
Il giorno che siamo andati a vedere l’opera al teatro “La Fenice” di Venezia, siccome lo spettacolo era alle 3,30 del pomeriggio, prima siamo andati a mangiare qualcosa in un posto là vicino.
C’era un ristorante davanti al teatro, ma sembrava molto costoso.
Abbiamo provato a chiedere a un gondoliere là vicino.
Però ci ha risposto che vivendo là andava a mangiare a casa e non conosceva i ristoranti.
Allora abbiamo chiesto all’anziano e elegante signore che stava parlando con lui che ci ha detto che i il ristorante davanti al teatro costava molto perché vi era appeso un famoso quadro, ma che se non cercavamo qualcosa di veramente economico potevamo andare al ristorante “Taverna La Fenice”, là vicino dove si mangiava meglio e si pagava meno.
Era un ristorante dall’aspetto classico e raffinato e diversamente dalla maggior parte dei ristoranti dove siamo soliti andare in Italia, c’era un sovrapprezzo di 5 euro a persona per il coperto e in più il 10% per il servizio.
Forse per questo l’anziano signore ha detto “Se non cercate proprio qualcosa di economico…”.
Ma abbiamo mangiato molto bene. Io ho preso fegato alla veneziana e mio marito carré di agnello.
All’inizio il ristorante era quasi vuoto, ma dopo un’ora e mezza sono cominciati a entrare clienti uno dopo l’altro.
Deve essere un locale che ha una buona reputazione.
L’opera è finita alle 18,30.
Ci siamo diretti a piedi alla fermata Fondamente Nove per prendere la navetta che ci avrebbe riportato al nostro Hotel di Murano.
Siccome siamo arrivati con un certo anticipo e c’era ancora tempo abbiamo deciso di mangiare qualcosa di leggero e abbiamo cercato un posto là vicino sul cellulare.
Un ristorante chiamato Albinbagio sembrava avere una buona reputazione e siamo andati là.
C’erano uno stile e un’atmosfera moderni e perciò era totalmente diverso dal ristorante di mezzogiorno, ma anche questo era molto pretenzioso.
I piatti erano del genere “cucina creativa”, io ho preso il tonno alla tartara e questo era condito con una salsa di miele e wasabi.
I sapori degli ingredienti si sposavano bene fra loro.
Anche la crema di asparago bianco che ci avevano portato prima era molto buona.
Il dessert era molto elaborato, una sfera di mirtilli su una bavarese di yogurth.
I camerieri, al contrario del tipico ristorante italiano, servivano ai tavoli senza cambiare l’espressione del loro volto.
Ma questa non era una cosa fastidiosa.
Alla fine dovevamo fare un pasto leggero, ma abbiamo fatto un pasto completo e abbiamo finito per perdere la navetta.
Abbiamo preso il vaporetto, che alla fine non ci mette poi tanto tempo per arrivare a Murano.