[Novembre 2011]
A Chieti, in Abruzzo nell’Italia centrale, non abbiamo visitato solo i resti archeologici, ma anche le chiese , che sono state costruite in tempi più recenti.
La prima che abbiamo visto è la chiesa della Trinità, costruita per proteggere i pellegrini.
La cosa interessante qui è il pulpito di legno che è dietro l’altare.
E’ in una posizione abbastanza soprelevata nella parete e la guida ci ha spiegato che anticamente il prete celebrava la messa in latino dando le spalle ai fedeli.
Questo perché il tabernacolo col corpo e il sangue di Cristo era riposto nel pulpito e il prete non poteva rivolgergli le spalle.
Così la gente assisteva alla messa in piedi con il prete che era girato verso la parete.
La guida ci ha detto che le panche in chiesa erano un’innovazione relativamente recente.
Questo mi ha fatto pensare che nelle chiese ortodosse le panche non ci sono neanche ora.
La chiesa successiva dove siamo stati è la chiesa di San Domenico costruita nel XVII sec.
Il pulpito si trova sulla parete destra superato l’altare e dal suo lato emerge una mano di legno che tiene una pistola da cui esce fuori un crocefisso.
Sembra che quando San Domenico andò in America latina, si fosse schierato con gli indigeni contro gli invasori spagnoli, così questi avevano tentato di ucciderlo.
Ma dalla pistola era uscito un crocifisso e questa scultura ricordava quel miracolo.
Per caso mi sono accorta che si era unita al nostro gruppo un’anziana signora elegante che ascoltava le spiegazioni insieme a noi.
Alla fine la signora ci ha detto “Vi consiglio di andare a vedere anche la chiesa di Santa Chiara“, ma questa volta non c’era tempo.
Per ultimo abbiamo visitato la cattedrale.
Questa si trova a Piazza San Giustino.
Questa piazza è l centro della città e oltre alla cattedrale ci sono anche il tribunale e il Palazzo comunale. Lo spazio restante è occupato dai palazzi dei notabili.
La traduttrice ci ha detto che sua sorella è restauratrice e una volta è stata chiamata a fare un lavoro nel palazzo rosa che è il più grande di quelli che danno sulla piazza.
Dentro è bello e lussuoso e c’è un bagno enorme e anche una cappella privata.
Le famiglie dei proprietari normalmente non vivono qui ma in un piccolo paese dei dintorni.
E posseggono in città molte case.
Se nella mattinata avevo avuto una bella sensazione nel pensare a questa società basata sulle relazioni tra le famiglie che si tramandano da generazione a generazione, mi era anche venuto da pensare, vedendo la famiglia che ha il palazzo sulla piazza, a famiglie che da sempre occupano il gradino più alto della società e non accettano ribellioni contro di loro.
E questo mi dava un senso di oppressione.
Comunque ci hanno spiegato che questa era la parte più importante della città, ma era usata come parcheggio.