Ungheria 5

Ungheria 5

Continuando il racconto vi parlerò della “Sorgente Termale dell’Ungheria”.

Questa volta l’obiettivo del nostro viaggio era il più grande lago termale d’Europa che si trova ad Heviz, una città vicino a Keszthely.

Per fortuna, aveva anche smesso di piovere.

Non capendo come funzionasse questa struttura mi sono agitata.

Così ho letto i cartelli che erano scritti in varie lingue ed ho domandato alcune cose ad un addetto ai lavori.

Mi ha chiarito che qui ci si può stare minimo tre ore e che il braccialetto legato al polso sostituisce la chiave dell’armadietto.

Naturalmente lo spogliatoio era diviso tra uomini e donne, ma non c’erano spogliatoi individuali, il che mi ha ricordato con nostalgia gli spogliatoi di scuola.

Mi sono messa il costume e sono uscita fuori ( è vietato essere nudi).

E’ davvero il più grande d’Europa.

La grandezza effettiva, “vedere per credere”, è di 47500 metri quadrati.

Qui anche il fondale, del quale era scritto solamente “Fate attenzione perché è profondo”, sembra raggiunga al massimo i 38 metri.

Io affittando un salvagente nero mi sono fatta il bagno.

Quel giorno la temperatura dell’acqua era di 31°.

Era tiepida.

Anche in pieno inverno la temperatura non scende sotto i 25° e sulle sponde del lago fioriscono gigli di colore rosa shocking e di viola (un colore abbastanza acceso).

L’età media delle persone che si stavano facendo il bagno era alta.

Presumo da ciò che ho visto e dalle parole che ho ascoltato che fossero numerosi i clienti provenienti da paesi vicini quali l’Austria e la Germania.

In Europa è consuetudine che al mare, sia le persone anziane che quelle di grande stazza indossino i bikini, ma qui a dir la verità erano numerosi i costumi interi (a proposito, io indossavo un tankini).

Al centro del lago c’è un padiglione e, quando ho provato ad entrare, ho scoperto che c’è un divisorio e da una parte la temperatura dell’acqua è molto più calda.

Ciò che è uguale è la profondità dell’acqua.

Progressivamente mi è salita l’emozione.

In una parte c’erano delle persone ordinatamente in fila e si muovevano lentamente.

In qualche modo sarei voluta andare lì, ma non ho capito come poterlo fare.

Nella parte interna del padiglione venivano offerti vari servizi come, per esempio, i trattamenti e i massaggi.

Dato che sono stati tanto gentili ho deciso di approfittarne.

La cosa negativa è che non si poteva usare la carta di credito.

Io, spendendo tutti i contanti che avevo, ho provato a fare un trattamento al cioccolato.

Mia sorella si è fatta fare un massaggio per tutto il corpo e uno scrub di colore biancastro ma che odorava di cioccolato.

Essendo un massaggio delicato, diverso da quelli che si fanno premendo e che non mi vanno a genio, mi è piaciuto talmente tanto che ho finito per addormentarmi.

Non mi è stato molto chiaro l’effetto, ma ho avuto come l’impressione che per un po’ di tempo mi abbia inumidito le parti secche della pelle, quali ad esempio la pianta dei piedi.

Soddisfatta al 120% e di buon umore mi sono lasciata alle spalle il lago.

La cena di quel giorno era l’ultima di questo viaggio.

In un ristorante stile pub che si trova sulla via Kossuth a Keszthely, ho mangiato un gulasch(←)di hamburger locali e dei cavoli farciti un po’ dolci.

Non mi spiego perché anche in questa toilette c’era una cassa con sopra scritto: “I clienti del locale possono utilizzare il bagno gratuitamente, ma le persone che vogliono solo entrare nella toilette devono pagare”.