Ungheria 4

Ungheria 4

Dopo essermi tranquillamente ricongiunta con i miei amici, mi sono diretta al lago di Balaton in Ungheria con una macchina in affitto.

Per uscire da Budapest ho girato da un capo all’altro della città, ma questo mi succede spesso quando guido per una città che non conosco.

Anche se non è grandissima, per prendere la strada principale, come al solito mi sono persa.

Purtroppo però, il tempo peggiorava.

Durante la strada, quando ci siamo fermati in un’area di servizio per consumare una cena veloce, pioveva già copiosamente.

Continuando la disquisizione sui bagni, anche qui la toilette era a pagamento.

C’era scritto che dopo aver messo una moneta in una macchinetta si riceveva una piccola card.

Io senza esitazione ho messo nel portafoglio la card che avevo ricevuto.

Ho sorpreso i miei amici.

Ho letto attentamente ciò che vi era scritto sopra e ho capito che, se la esibivi al momento del pagamento, potevi comprare le merci del negozio con lo sconto.

Una volta finito di fare la spesa, abbiamo messo insieme le schede di tutti (una l’abbiamo anche trovata per terra) e abbiamo preso un pacchetto di patatine.

La nostra destinazione era Keszthely.

Questa è una città molto importante in quanto si trova nella zona più meridionale del lago.

I miei amici avrebbero trascorso qui una settimana ed io li avrei infastiditi solo per tre notti.

E’ stata dura trovare anche solo un appartamento in questa oscura città, ma quando mi sono tranquillizzata per la prenotazione, mi sono accorta di aver dimenticato nel bagno dell’hotel di Budapest un mio anello.

Oh no! Non è che fosse tanto costoso ma dato che è un anello fatto da un mio amico artista, mi piaceva molto.

Un po’ scoraggiata ho provato a telefonare all’hotel.

Il portiere che ha risposto alla mia telefonata, dopo che ha ascoltato ciò che avevo da dire, mi ha chiesto se l’anello fosse d’oro o d’argento ed è stato corretto nel dirmi che lo avevano trovato.

Inoltre mi ha detto che Inviando le mie informazioni tramite e-mail, me lo avrebbero inviato per posta e che dovevo solo pagare la spedizione.

Questo servizio è proprio di un hotel a 5 stelle! Ovviamente successivamente mi è stato rispedito a casa.

Lasciando perdere il discorso dell’anello, anche il giorno successivo a Keszthely pioveva.

La cosa brutta è che non era solamente pioggia, si stava avvicinando la bufera.

Per di più, faceva freddo.

Nella zona dei resort vi erano sulla strada numerosi stand che vendevano per esempio giochi d’acqua per bambini e costumi da bagno.

Impugnando un ombrello ho provato ad andare verso il lago ma ho potuto solo immaginare quanto sarebbe potuto essere affollato e vivace in un giorno di bel tempo.

Su questa sponda del lago si erano radunate alcune persone.

Sembra che la festa della patata che ho visto su una rivista quando sono arrivata, si stava svolgendo proprio in questo giorno di pioggia.

Questo è un festival che si tiene una volta l’anno in questa piccola città e la cosa spiacevole e che fosse in un giorno in cui pioveva molto.

Sembra ci fosse un concorso di prodotti agricoli e dagli stand fuoriusciva un odore buonissimo.

I rappresentanti delle varie zone presentavano i loro stufati cotti in pentole dal diametro più grande di un braccio.

Una signora che stava lì mi ha detto: “Questo è buono, talmente buono che io ne ho presi due piatti”.

Seguendo il suo consiglio, anche noi abbiamo comprato il tagliando per un pasto e abbiamo mangiato mentre la pioggia ci cadeva addosso.

Sicuramente gli ingredienti erano molto buoni, ma… si sono anche mischiati con la pioggia.

Successivamente ci è balenata l’idea di prendere una nave turistica per visitare il lago Balaton, ma purtroppo durante la bufera non ne partiva nessuna.

A malincuore siamo tornati sui nostri passi e abbiamo fatto merenda in una tavola calda, mangiando salsicce insieme a pane fritto.

A cena siamo andati al ristorante di fronte l’albergo.

La cucina era buona, ma siamo rimasti sorpresi dall’indifferenza dei camerieri che, anche se eravamo entrati, non hanno smesso di utilizzare l’aspirapolvere.

Il Primo posto da vedere a Keszthely è il palazzo imperiale.

Dal centro della città si prende Via Kossuth, un’isola pedonale che continua fino al palazzo.

Qui è molto bello.

Non è stata pensata come una zona turistica per gli stranieri (non ci è stata indicata dagli addetti dell’ufficio turistico), ma è una strada dove fare una bella passeggiata senza una meta precisa.

Non ci sono molti negozi di souvenir, ma un negozio che vende accessori fatti con pietre naturali e un negozio di cappelli di pelle hanno attirato la mia attenzione.

In particolare la signora del negozio di accessori mi ha ispirato simpatia.

L’amore per le pietre le veniva realmente dal cuore.

Lasciata Via Kossuth camminando senza meta ci siamo imbattuti in un mercato.

Era un mercato alimentare frequentato da persone del posto e non ricordo di aver visto turisti.

Dato che facevano i foulard di tutti i tipi, le signore indossandoli.

li vendevano tranquillamente.

Anche la fascia d’età dei clienti sembrava alta.

Credo che i giovani vadano ai grandi supermercati aperti 24 ore su 24 che si trovano nelle vicinanze.

Qui non è una menzogna scritta sull’insegna che sono aperti 24 su 24 anzi, sono aperti anche la domenica (In Europa, sebbene ci sia scritto 24 ore su 24, la domenica numerosi negozi chiudono).

Io sono andata al supermercato inglese Tesco e sono rimasta meravigliata dalla scarsa qualità dei capi d’abbigliamento, per non parlare poi dei prodotti alimentari.

Certamente è economico, ma non penso che sia una cosa giusta per i consumatori.