[Gennaio 2018]
A Madrid in Spagna siamo andati a visitare il famoso museo del Prado.
Se provo a contare gli anni l’ultima volta che ci sono stata è stato 35 anni fa.
Per mio marito era la prima volta.
L’entrata è in un edificio separato che hanno costruito recentemente.
C’erano due tipi di biglietto uno da 15 euro e uno da 24 euro in cui era inclusa anche la guida, così’ ne abbiamo preso uno e uno in modo da avere anche la guida.
C’erano versioni guide in varie lingue ed era un bel libro spesso circa 3 cm.
Penso sia un vero affare avere questo libro per soli 9 euro.
Secondo la guida il Prado è stato aperto il 19 novembre del 1819.
Il fulcro era la collezione di quadri raccolta dalla famiglia reale, che aveva aperto il museo, fin dal XV secolo.
Il Louvre era stato aperto 26 anni prima a Parigi e il Prado era nato con un occhio a questo museo che raccoglieva il meglio delle collezioni della corte, dei nobili e della chiesa requisite durante la Rivoluzione francese.
Assieme al biglietto abbiamo anche ricevuto un depliant “Guida al museo“che incudeva la mappa.
La cosa più utile di questo depliant era una lista delle opere più famose con le immagini e il numero della stanza dov’erano.
Essendo un museo sconfinato è impossibile vedere in un solo giorno tutto quello che vi è esposto.
Dovendo scegliere la cosa che si è rivelata più utile è stata proprio questa lista.
Le opere che erano elencate nel depliant erano 50.
Fra queste abbiamo deciso di vedere solo le opere di autori spagnoli.
Nella bella guida di cui parlavo prima c’era scritto che conoscere Velasquez e Goya significa conoscere l’arte spagnola.
Pensavo si dovesse sicuramente aggiungere El Greco, ma forse perché era appunto di origine greca non era stato incluso…
Abbiamo visto le famosissime “Las meninas” (le damigelle d’onore) del Velasquez e la Maja desnuda di Goya, ma questa volta quello che mi ha colpito di più è stata la collezione delle “Pitture nere” di Goya.
Queste sono pitture fatte da Goya sulle pareti della “Quinta del sordo” l’abitazione che Goya aveva comprato su una collina nei sobborghi di Madrid e dove era vissuto dal 1819 fino al 1823 anno in cui si era trasferito a Bordeaux in Francia.
In questo periodo si dice abbia sofferto di una malattia mentale causata dalle esalazioni del piombo presente nei colori usati per dipingere. Si dice che Caravaggio abbia sofferto della stessa malattia.
Secondo la guida origiariamente sulle pareti della casa aveva dipinti dei bei paesaggi luminosi, ma poi ci dipinse sopra 14 pitture con temi che riguardavano il male, la paura, l’ignoranza e la morte.
Un barone che era vissuto nella casa dopo Goya nel XIX secolo aveva fatto in modo di trasferire queste pitture su tela ed è per questo che noi riusciamo ad apprezzarle ancora oggi.
Mi è piaciuta particolarmente la pittura chiamata “Il cane interrato nella rena“, fatta intorno al 1820, che mi è sembrata molto raffinata e moderna.
Mi spiace che non posso mostrarla qui in foto.
Ultimamente in vari musei è possibile fare foto, ma non al Prado.
Ma appena entrati non lo sapevo, così ho fatto lo stesso qualche foto.
A camminare per questo enorme museo ci siamo stancati e ci è venuta fame così poi siamo andati al centro, a Puerto del sol, a mangiare in un ristorante di tapas chiamato Las Brasas de Vulcano.
Chiamavano questi cibi tapas, ma le porzioni erano grandi e quando stavamo ordinando il quinto tapas il cameriere ci ha fermati dicendo che era già troppo cibo quello che avevamo ordinato.
Tutti i cibi erano buoni e semplici, cucinati in modo casereccio.
Le patatine fritte era buone oltre ogni aspettativa.