[Gennaio 2018]
A Cremona nel nord dell’Italia, siamo andati ad assistere un piccolo concerto.
Ovviamente era un concerto di violino, il biglietto non costava molto, 7 euro.
Era un evento in cui nel nuovissimo auditorium del museo del violino “Giovanni Arvedi“, aperto nel 2013 una giovane violinista suonava il “Vesuvio” un violino costruito da Stradivari, il famoso liutaio nato in questa città.
Secondo il dépliant del concerto il “Vesuvio” fu costruito da Stradivari nel 1727 quando aveva 80 anni.
Quando lo finì era di un intenso color rosso dalla trasparenza perfetta e per questo lo chiamò “Vesuvio“.
Questo violino appartiene dal 1968 al violinista Remo Lauricella, nato a Londra che venendo a Cremona nel 1977 restò impressionato dalla collezione di violini del palazzo comunale e fece un lascito per cui dopo la sua morte regalava il “Vesuvio” alla città di Cremona con il patto che fosse suonato di tanto in tanto da giovani promettenti violinisti riconosciuti tali dall’Accademia di musica italiana.
Entrati nella sala quando ci siamo andati a sedere la mia attenzione è stata attratta da un custode, con le braccia conserte, che mi sembrava essere fuori luogo in quel posto.
Ma poi ho notato che dietro di lui c’era “il Vesuvio” e che quindi era lì a guardia di questo.
Il concerto di oggi era tenuto dalla quindicenne Clarissa Bevilacqua.
Con il vestito blu sembrava un’adulta.
Iniziato a suonare il violino a 5 anni, già all’età di 9 era stata riconosciuta come bimba prodigio.
Ha eseguuito un repertorio misto con brano che andavano da Bach e Vivaldi fino a Ennio Morricone.
Da profana o pensato ce era molto brava e fra il pubblico o sentito che c’erano alcuni che dicevano che aveva una tecnica ragguardevole.
Mi sono chiesta se questo potesse significare che non fosse abile fino in fondo a fare una profonda impressione sul pubblico cremonese che ha un orecchio molto allenato alla musica…
Anche la sala era stupenda e meritava da sola di essere visitata per le sue belle curve in legno.
Nel depliant c’era scritto ce poteva contenere 460 persone ed era stata costruita da due architetti italiani con il supporto dell’ingegnere acustico giapponese Yasuhisa Toyota.
Abbiamo anche visto l’esposizione nel museo (10 euro).
Il palazzo era un palazzo delle arti in disuso costruito durante il fascismo restaurato in base a tecnologie moderne.
C’era una stanza per i violini vincitori della “Triennale di Cremona” una gara per liutai iniziata nel 1976. C’era anche un violino di un liutaio giapponese chiamato Nobuhiro Sonoda.
Da una guida che accompagnava un gruppo abbiamo sentito che ora a Cremona ci sono circa 200 liutai e che il prezzo medio dei violini è da15.000 euro, ma anche solo gli archetti possono arrivare fino a 500.000 euro.
E’ davvero incredibile.