[Maggio 2015]
La prima cosa che abbiamo fatto a Belgrado, capitale della Serbia è stato andare in una kafana che si chiamava “?” e che era riportata sulla guida.
La kafana è una specie di pub tipico del posto.
Originariamente erano dei caffè, ma dopo la fine del dominio turco cominciarono a essere serviti anche gli alcolici, quindi divenne a tutti gli effetti tipo un pub inglese o una izakaya giapponese.
Questo locale era proprio di fronte alla cattedrale ortodossa quindi prima si chiamava “Vicino alla cattedrale“. Però il fatto che un’osteria portasse il nome della cattedrale era sembrato alle autorità religiose irrispettoso, così era stato ordinato di rimuovere subito l’insegna.
Nella guida c’era scritto che al posto di togliere la vecchia insegna il proprietario la coprì con un panno con un grande punto interrogativo e alla fine questo finì per diventare il nome.
Il locale era dentro uno dei pochi edifici dell’800 che ci sono in centro.
Abbiamo preso come antipasto prosciutto e bresaula ed era simile a uno degli antipasti che spesso vengono serviti in Italia, solo che il prosciutto e la bresaula erano affumicati.
Abbiamo ordinato del vino locale, ma poi ho pensato che questo piatto forse si sarebbe sposato meglio con la birra.
Come piatto principale abbiamo preso di carni miste, che era una porzione per due persone.
Un piatto che si vede spesso in Polonia o in Germania con salsicce e vari tipi di carni arrosto.
C’erano cinque tipi di carne e le salsicce di carne macinata di vitello erano particolarmente buone.
Poi ho capito che queste salsicce di vitello erano le Cevapi che ho mangiato anni fa in Bosnia-Erzegovina.
Nel menu dei dessert c’era scritto Dry pie e ho chiesto al cameriere di cosa si trattasse e mi ha spiegato che era la Baklava.
Poi ha continuato dicendo che avevano la Baklava poiché i serbi erano stati tanti anni sotto il dominio turco, ma i turchi e la cultura turca non si erano radicati, perché, come vedevamo, loro hanno gli occhi azzurri.
Quindi ho ordinato la Baklava, che era diversa da quella che conoscevamo. Era meno dolce e c’erano dentro più nocciole.
E per questo a suo modo era molto buona.
Non avevano vini da dessert così abbiamo ordinato un liquore.
Ci ha portato due bicchieri di un liquore chiamato “lincura“, il nome me lo sono fatto scrivre.
Non l’ho potuto bere perché era troppo forte.
Il cameriere sembrava molto fiero e ha detto “Noi siamo gente forte”.
Il conto è stato di 84 euro.
Usciti dal ristorante era già buio.
L”area pedonale era affollata di gente che si godeva il fine settimana.
I negozi erano chiusi e dalle insegne abbiamo notato c’erano molti negozi appartenenti a catene internazionali, ma anche molti negozi di libri.
La gente era vestita come in qualsiasi altro posto del mondo, forse perché era estate.
C’erano molti bar con musica dal vivo e molti giovani che si divertivano.
I ristoranti e i negozi sembravano nuovi e moderni, ma i palazzi a cui appartenevano erano spesso antichi e contrastavano con i negozi al di sotto.
Forse erano palazzi dell’epoca di Tito.
Ci siamo seduti a un tavolo esterno di un bar e abbiamo bevuto uno spritz piuttosto leggero.
Ho pensato che tra 10 anni Londra o Milano non cambieranno tanto, ma Belgrado sarà una città completamente diversa.
Mio marito che è stato qua nel 1980 non si ricordava molto, ma penso che abbia passeggiato nella stessa strada e visto scene completamente diverse.