Questo post è del mio amico Bangly.
[Maggio 2013] Questo nella foto è il santuario Meji, una delle attrazioni turistiche per eccellenza di Tōkyō in Giappone.
E’ sempre pieno di turisti stranieri e non so quanti di loro sappiano davvero apprezzarne l’importanza.
Io per fortuna ero accompagnato da un’amica giapponese, Tomoko, specializzanda in storia dell’arte e che mi ha permesso di coglierne diversi aspetti che altrimenti mi sarebbero rimasti oscuri.
Comunque, questo santuario è stato edificato alla morte dell’imperatore Meii, colui che lega il suo nome all’omonima rivoluzione e che portò avanti un processo di modernizzazione del Giappone, trasformandolo da “paese medievale” in una grande potenza mondiale in meno di 50 anni.
In effetti, questo processo fu portato avanti anche con una particolare strategia e cioè quella di invitare in Giappone, dietro lauti compensi, i migliori esperti mondiali in tutti i campi del sapere, dalla medicina all’esercito, dall’agricoltura alla chimica…, affidando loro, con contratti che oggi definiremmo a tempo determinato, non solo alcuni posti chiave dell’amministrazione pubblica, ma anche il compito di educare una nuova classe dirigente composta solo da giovani giapponesi.
Ed ecco perché nell’arco di una generazione il Giappone si ritrovò ad essere amministrato da una valente classe dirigente interamente giapponese, ma con profonde conoscenze della cultura occidentale. Non pensate forse che una cosa del genere possa essere molto utile anche all’Italia di oggi?
Rinnegare le proprie radici è sbagliato, ma non pensare che nuovi semi possano trovare terreno fertile nel nostro orto, lo è ugualmente!