[ Ago.2016 ] Ogni volta che torniamo in Giappone i nostri amici o la nostra famiglia organizzano qualcosa per noi e questa volta la nostra famiglia ci ha portato a Sawara nella prefettura di Chiba.
Essendoci un quartiere con belle case antiche è un paese molto caratteristico
Più o meno della grandezza di Kawagoe dove siamo stati alcuni anni fa, ma ho avuto l’impressione che questo posto non fosse così turistico.
Purtroppo il tempo non era molto bello e per essere un giorno d’estate faceva freddo.
Per prima cosa siamo andati a visitare una fabbrica di sake che era aperta al pubblico.
Si chiamava Toukun Shuzou e andava fiera del suo sake chiamato “Kanou”, ottenuto da chicchi di riso ridotti al 35% del loro peso.
Il carattere giapponese con cui si scrive la parola “Kanou” è formato da un radicale che significa “bocca (口) e da un altro che indica il numero dieci (十).
La guida della fabbrica ci ha spiegato che hanno chiamato così questo sakè per indicare che può essere apprezzato dal palato di dieci persone diverse.
Si potevano assaggiare gratuitamente vari tipi di sakè, escluso questo Kanou che costava 300 yen.
Però c’è da dire che pagando ti davano un bicchiere bello colmo.
Ed era veramente buono.
Dopo che ogni membro della nostra famiglia aveva acquistato una o due bottiglie finalmente abbiamo iniziato a passeggiare per il paese.
La prima cosa che ci è saltata agli occhi era un negozio che vendeva gelati alla “salsa di soia”, che detto così sembrerebbe una cosa disgustosa, ma quando li ho provati erano inaspettatamente buoni.
Un altro negozio esponeva un’opera d’arte composta da 100 origami a forma di gru fatti da un solo foglio di carta giapponese tradizionale. Una cosa eccezionale.
Li aveva fatti il nonno del marito della proprietaria e ai membri della mia famiglia, tutti abbastanza abili con origami e simili, la cosa interessava molto.
Qualcuno ci ha detto che c’era un interessante magazzino tradizionale da visitare e siamo andati anche là.
I negozianti erano tutti molto gioviali e questo ha reso le nostre compere ancora più piacevoli.
Vicino al fiume c’era la casa-museo di Ino Tadataka un famoso cartografo attivo tra il diciottesimo e diciannovesimo secolo.
Non siamo entrati dentro, ma c’era una targa in cui ho letto che si era sposato a 17 anni con un donna di 22 e aveva vissuto e lavorato con la famiglia di lei.
Aveva iniziato a disegnare mappe solo dopo essersi ritirato dal lavoro a 49 anni.
49 anni può sembrare presto per la pensione, ma a quei tempi la gente moriva abbastanza giovane, quindi quella doveva essere considerata già un’età avanzata.
Mi piace lo spirito di queste persone che riescono a realizzare qualcosa importante dopo la pensione.
C’è anche un battello turistico con cui si può percorrere il fiume, ma a causa del brutto tempo il servizio era già stato sospeso quando siamo arrivati e non l’abbiamo preso.