[Aprile 2017]
Durante il nostro soggiorno a Ishigaki siamo stati in due ristoranti italiani.
Uno era un locale chiamato “Il Pozzo”.
Lo abbiamo incontrato passeggiando per una stradina laterale del centro dell città, e attratti da un’insegna che diceva che era vi era servito il bellini, siamo entrati.
C’era un’atmosfera metropolitana e raffinata.
Abbiamo bevuto ognuno due bellini e insieme una bruschetta, mirukai (conchiglia con la proboscide), verdure saltate polpettine.
Per noi abituati alle portate europee, quelle di là sembravano in miniatura, ma la qualità del cibo era ottima e anche il sapore, e siamo stati bene.
Infatti il locale ci è piaciuto e ci siamo tornati.
La seconda volta abbiamo preso un bellini con pezzi di mango.
Poi stuzzichini di caprese e altro. Abbiamo anche preso un bicchiere di vino.
Ho chiesto perché il ristorante si chiamasse Il Pozzo.
Il proprietario ci ha detto, che era perché il suo nome era Inoue, che in giapponese significa “Sopra il pozzo”.
Ci ha detto che era anche perché il pozzo anticamente era il posto attorno a cui la gente si riuniva e parlava.
Lui non era mai stato in Italia, ma il suo maestro sembra avesse imparato a cucinare a Milano.
Il secondo locale è uno in cui siamo andati l’ultima sera che i chiamava Solemare.
Eravamo indecisi riguardo a quale posto scegliere, ma alla fine abbiamo deciso per questo ristorante che era italiano, ma usava cibi dell’isola.
Il proprietario e chef, il signor Sato, aveva imparato a fare la pizza a Napoli e, dopo, aver lavorato a Tokyo come pizzaiolo, si era aperto qui questo ristorante.
Parlava italiano e anche inglese.。
C’era anche un giovane cameriere, che era vissuto 10 anni a Roma e parlava italiano con l’accento romano.
Abbiamo preso 7 antipasti assortiti che includevano caprese e zeppole. Come piatto principale ho preso carne di manzo magra a fettine.
La salsa di cipolle dolci era molto buona.
Mio marito ha preso una salsiccia di maiale locale, molto saporita e sostanziosa (foto principale).
Come dessert abbiamo preso il tiramisù fatto con lo zucchero di canna grezzo che era davvero buono.
Il limoncello alla fine era di un bel verde.
Il tutto con inclusa una bottiglia di primitivo di Puglia è venuto 13.000 yen, quindi anche il prezzo era ragionevole.
Deve essere un locale abbastanza conosciuto tra gli stranieri che frequentano l’isola, perché sentivamo delle voci di clienti che parlavano italiano provenire da un altro tavolo.