Dalla cittadina di Murakami, nella prefettura di Niigata in Giappone abbiamo preso un treno rapido fino alla città di Sakata.
Passando lungo la costa si vedevano semplici villaggi di pescatori e l’atmosfera era bella.
Arrivati, l’impressione che mi ha fatto Sakata è stata di una cittadina tranquilla e un po’ spopolata.
Cercavamo indicazioni relative al nostro hotel sulla mappa, ma usciti dalla stazione c’era solo il palazzo dell'”Sakata Hotel Eki Mae“, che era appunto il nostro.
Incontrato qui un nostro amico che vive a Tokyo, per prima cosa abbiamo mangiato un ramen da Angelo, il ristorante italiano che si trova dentro l’Hotel.
Ero curiosa riguardo a questo mix italiano-giapponese, e abbiamo visto che era un buon ramen in stile italiano. Tra l’altro abbiamo visto un menu col ramen ultimamente in un costoso ristorante di Milano, quindi alla fine recentemente un ramen in un ristorante italiano non è così strano.
Tra l’altro in questo ristorante abbiamo potuto provare tre diversi sake locali.
Questo è possibile perché Sakata è un luogo famoso per la produzione di sake.
La cameriera ci ha detto che ognuno in città beve almeno un bicchiere di sake al giorno.
Ci ha portato il suo sake preferito e ci ha dato molte spiegazioni sulle qualità di riso usate, cosa non ci saremmo aspettati da una cameriera di un ristorante italiano.
Dopo aver soddisfatto i nostri stomaci siamo andati a vedere il Sankyo Soko l’attrattiva principale di questa città.
E’ un magazzino per il riso costruito nel 1893 e con mia sorpresa abbiamo saputo che viene usato tuttora.
Sono 12 edifici e tra di essi c’è un museo, un ristorante e un negozio.
Siamo andati nel Museo di Storia del riso dello Shonai.
C’erano modelli a grandezza naturale che mostravano come le persone lavoravano, per esempio controllando la qualità del riso.
La cosa che mi ha colpito e che vicino ai manichini degli uomini c’era quello di una donna giapponese che trasportava un cesto di paglia.
Il lavoro duro manuale non dovrebbe essere fatto dagli uomini?
Poi ci siamo spostati e abbiamo visto un manichino che portava ben 5 contenitori di paglia sulle spalle.
Un contenitore pieno pesava 60 kg, quindi le trasportava 300 kg.
La targa con le spiegazioni diceva che in passato le donne giapponesi erano molto forti.
Fantastico!
A parte questo c’erano altre cose esposte, come una mostra di foto che mostrava quanto questo posto fosse animato e vivace in passato.
Ho visto dalle foto che Sakata e questo posto in particolare era quello dove Oshin faceva il suo apprendistato.
Oshin era stato un famoso sceneggiato televisivo degli anni ’80.
Siamo arrivati passando un ponte e abbiamo visto i muri bianchi, ma il retro degli edifici era tutto di legno e colorati di nero, cosa che creava un bel contrasto con la fila di alberi di zelkova.