Siamo bloccati in Inghilterra da oltre un anno a causa delle normative sul Covid-19 e della gamba infortunata di mio marito, per questo non potevamo uscire dal paese.
Questo non è mai successo da quando ho iniziato a vivere in Inghilterra.
Verso la fine di settembre, finalmente, è stato possibile per noi uscire dall’Inghilterra.
La destinazione è l’Italia.
Attualmente, quando si viaggia dal Regno Unito all’Italia, è necessario presentare un certificato di vaccinazione, un certificato negativo al Covid e un modulo di localizzazione passeggeri dell’Unione europea (UE).
Il test Covid va bene anche un test antigenico, ma i kit distribuiti gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non sono accettati, e devi andare in farmacia e pagare un sacco di soldi.
Abbiamo dovuto presentare i risultati del test che è stato fatto entro 48 ore dalla partenza, quindi ci siamo recati in farmacia il giorno della partenza.
Il test è stato rapido e i risultati sono usciti presto, ma il prezzo era di ben 45 sterline a persona.
È una fregatura, ma cosa potevamo fare?
Questa volta, la compagnia aerea era British Airways (BA) e c’era un meccanismo per cui non potevamo effettuare il check-in a meno che non avessimo caricato i tre tipi di documenti di cui sopra sul sito BA.
Questo era un meccanismo intelligente, che lo rendeva molto fluido in aeroporto (sia a Londra che a Milano).
L’ultima volta che siamo stati al Terminal 5 di Heathrow è stato quattro mesi fa, e questa volta abbiamo notato che i precedenti pannelli “non sederti qui” sui posti per il distanziamento sociale erano stati rimossi.
La maggior parte delle persone indossava maschere per il viso, ma c’erano ancora alcune persone che non lo erano.
A mio parere, nel Regno Unito si parla di diritto alla “libertà” nel modo sbagliato e, di conseguenza, solo la metà circa dei passeggeri di autobus e treni in città ora indossa maschere.
Fino all’ultima volta, l’ordine di imbarco sull’aereo era di pochi passeggeri alla volta partendo dal sedile posteriore per mantenere il distanziamento sociale, ma questa volta è tornato all’ordine di “Priorità” originale.
Tuttavia, potrebbe essere perché questa volta il volo era piuttosto vuoto.
Abbiamo dovuto compilare in aereo due tipi di documenti relativi al Covid.
Uno era per le compagnie aeree e il secondo era per il governo italiano, ma quest’ultimo era lo stesso dei documenti dell’UE presentati in anticipo e dopotutto non era necessario.
L’ingresso in Italia è stato semplice e senza problemi.
Al controllo passaporti, mi hanno chiesto di mostrare un certificato di vaccino stampato (chiamato “green pass” in Italia), ma i funzionari hanno dovuto solo dargli un’occhiata.
Sono risollevata dal fatto che viaggiare all’estero, che sentivo come un grosso ostacolo, fosse più facile di quanto mi aspettassi.
A proposito, all’aeroporto di Linate a Milano c’erano ancora cartelli con scritto “Non sederti qui”.
[Sett. 2021]