Il corallo della Sardegna

Il corallo della Sardegna

[Maggio 2018]

Passeggiando per il centro storico di Alghero, la città della Sardegna, la nostra attenzione è stata attratta dai numerosi negozi che vendevano gioielli in corallo.

Secondo la guida l’area di Alghero era conosciuta come “Riviera del corallo“, e il corallo rosso che si trovava nelle grotte sottomarine fin dall’antichità era noto per la bellezza del suo colore rosso e per la sua durezza.

A quei tempi le persone lo chiamavano il sangue della Medusa, il mostro che trasformava le persone che lo guardavano in pietra.

La prima apparizione nei documenti risale al VII sec. dopo Cristo.

Ancora è considerata una risorsa preziosa pietra e si cerca di salvaguardarlo, ma ultimamente, non solo perché è stato raccolto in maniera eccessiva, ma anche per il cambio della temperatura delle acque e per l’inquinamento, il tasso di salinità sta cambiando, mettendo a rischio i banchi di corallo.

Per far vivere il corallo a lungo la percentuale di salinità deve andare dal 28 al 40 per cento.

Perciò man mano che diventarà più raro anche il suo prezzo salirà di molto.

Perciò meglio comprarlo ora.         

Perciò la sera dell’ultimo giorno siamo stati in un negozio che avevamo già guardato in precedenza.

Ho comprato un anello d’argento su cui era stata incastonata una pietra di corallo al naturale.

Lo aveva realizzato il proprietario del negozio.

Era il tipico artista o ingegnere non bravo a vendere.

Non era adatto a gestire un negozio.

Comunque mi ha consegnato un certificato che attesta che questo è corallo di Alghero.

Avendogli chiesto mio marito informazioni riguardo a questo gli ha risposto distrattamente che alcuni  negozi vendevano corallo importato di bassa qualità e dipinto artificialmente.

Infatti nella via principale del centro storico si vendevano in gran quantità delle collane di corallo, che mi avevano fatto sorgere qualche dubbio.

Se  bisogna comprare, anche se si paga un po’, di più meglio acquistare qualcosa di autentico.

Ha messo l’anello in un piccolo contenitore di sughero, anche questo un tipico prodotto sardo.

Dopo questo acquisto il nostro piccolo viaggio in Sardegna è finito.

Abbiamo dovuto aspettare 3 ore e mezza  prima dell’imbarco dell’aereo del volo di ritorno, perché c’è stato qualche problema tecnico.

Non era servito a niente alzarci così preso ed eravamo preoccupati per la coincidenza a Milano, che però poi abbiamo preso.

Meno male

Ci è stato d’aiuto, essendo dovuti restare lì a lungo il bagno dell’aeroporto che somigliavo un po’ a quello giapponese.

Questo tipo di bagno in Italia è detto bagno alla turca e si trova di tanto in tanto nei bar o nei locali pubblici, ma non mi aspettavo di trovarlo anche in aeroporto.