[Agosto 2017]
Nella crociera da San Pietroburgo in Russia a cui stavamo partecipando era incluso anche uno spettacolo di balletto che si svolgeva al teatro dell’Ermitage.
Questo teatro è uno dei cinque edifici che compongono l’Ermitage e fu fatto costruire dall’imperatrice Caterina II di Russia tra il 1782 e il 1788.
Il progetto è di un architetto italiano, Giacomo Quarenghi.
Ai tempi dell’Unione Sovietica non era usato come teatro, ma come sala delle conferenze del museo.
Pare sia stato riaperto come teatro nel gennaio 1991.
E’ un piccolo teatro con i posti a panche in cui si siede senza prenotazione.
Perciò per prendere il posto è meglio andare prima.
Anche se uno dei punti di forza del progetto di Quarenghi pare fosse il fatto che il palcoscenico si dovesse vedere bene da qualsiasi posto.
Lo spettacolo era il “Il lago dei cigni”.
La cosa che stupiva è che pur essendo un piccolo teatro tutto lo spettacolo si svolgeva completo in ogni dettaglio.
L’ensemble si chiamava ” San Pietroburgo festival balletto” ed era una compagnia itinerante.
Il ruolo principale di Odette/Odile era eseguito da una ballerina che si chiamava Margarita Rudina che era molto brava, come anche Van Rothbart e il giullare, solo che il ballerino nel ruolo del principe Siegfried era imbarazzante.
Però essendo una performance realizzata per turisti il livello era superiore alle aspettative è ho pensato che davvero il balletto in Russia può contare su una gran numero di ballerini.
E sono rimasta sorpresa di vedere anche una ballerina giapponese chiamata Arisa Hashimoto che ballava anche in ruoli importanti come quello dei “piccoli cigni”.
Prima di venire avevo visto se c’erano degli spettacoli di balletto importanti sia al teatro Mariinsky qui a San Pietroburgo, sia al Bolshoi di Mosca, ma avevo rinunciato perché c’era la chiusura estiva dei teatri, quindi alla fine ero contenta di aver visto questo spettacolo.
Comunque una cosa di cui non posso evitare di parlare sono i turisti cinesi.
Quando siamo arrivati al teatro le file davanti erano tutte occupate da loro.
E c’erano certi che si erano tolte le scarpe e avevano messo i piedi sui sedili.
Poi quando mio marito è andato in bagno, un turista cinese che sedeva lì a fianco ha preso il libretto con il programma della serata che avevamo acquistato e che avevo messo lì per occupare il posto e si è messo a leggerlo come se niente fosse.
Ho protestato dicendo qualcosa in inglese, ma lui mi ha risposto in cinese e ha continuato a sfogliare il programma fino a quando ha capito che era scritto tutti in inglese e in russo e l’ha rimesso al suo posto sulla sedia.
Tra l’altro alla fine dello spettacolo quella che era probabilmente sua moglie si era stufata e non smetteva di parlare per tutto il tempo con un tono di voce alto e stridulo.
Nel nostro itinerario di viaggio c’era scritto di vestirci con l’abito da sera per l’occasione, ma la nostra guida Paul ci aveva detto che non c’era bisogno e mi ero chiesta il motivo. Ora l’avevo capito!
Non era una cosa solo di questo teatro. Anche dentro San Pietroburgo i turisti cinesi debordano.
Sono talmente tanti che è difficile fare una foto senza che ci finiscano dentro anche loro.
Mi sembravano davvero tanti, quindi ho cercato un po’ su internet e ho visto che i cinesi non hanno bisogno di un visto per venire in Russia, mentre noi abbiamo dovuto pagare all’agenzia 157 euro.
La coppia inglese che era seduta al tavolo con noi a cena. ci ha detto che la loro guida ha detto che i turisti cinesi usano solo guide cinesi, quindi le guide locali non beneficiano molto della loro presenza.
E’ una cosa buona e che ci sia più ricchezza in Cina e che ora anche i turisti cinesi si possano permettere di vistare altri paesi, ma io spero che una volta sul posto non seguano il proverbio che dice “Se tutti passano col rosso, non c’è problema..”, ma piuttosto “Se sei a Roma fa quello che fanno i romani.”