Questo post è del mio amico Bangly.
[Aprile, 2013] Recentemente mi è capitato di leggere che in Italia hanno aperto alcuni ristoranti che servono un misto fra cucina giapponese e italiana.
Ad Ōsaka, in Giappone, ho avuto l’occasione di cenare in un ristorante di questo tipo che si chiama Butatama.
Abbiamo ordinato una sorta di antipasto all’italiana con mozzarella, pomodoro, frittata e formaggi stagionati.
Come portata principale abbiamo mangiato, invece, Takoyaki (una sorta di polpette di pastella di grano al cui interno viene posto un pezzo di polipo) e Okonomiyaki (piatto agro-dolce che nella forma ricorda il pancake americano).
Questi due piatti sono originari della città di Ōsaka, ma ora sono diffusi in un tutto il Giappone, anche se qui hanno un gusto particolare.
Da bere abbiamo preso vini italiani e francesi.
Tutto era molto buono e l’atmosfera un po’ bohémien che si respirava mi ha davvero coinvolto.
Mi piace lo scambio culturale, anche in ambito culinario, ma deve essere fatto in modo giusto e consapevole.
E’ nocivo scambiarsi prodotti ed idee che non affondano le proprie radici nelle diverse tradizioni locali e trovano mercato solo perché si tende ad accostare l’idea di esotico a quella di bello o di buono.
Per fortuna non era il caso di questo ristorante.