[Marzo 201]
Nel nostro tour nei sobborghi di Buenos Aires, in Argentina, ci siamo diretti a Tigre una città che sta al centro del delta del fiume Parana.
I primi immigrati in questo luogo vedendo gli animali che vivevano qui li identificarono come tigri e chiamarono così il posto.
In realtà non si trattava di tigri, ma dei più piccoli giaguari.
Ovviamente ora i giaguari non ci sono più.
Man mano che ci avvicinavamo alla città aumentavano le falegnamerie.
La maggior parte vendevano semplici mobili costruiti con i grandi tronchi che venivano trasportati dalle isolette del delta.
Arrivati a Tigre come prima cosa ci siamo diretti al mercato di Puerto de Fructos, porto dei frutti.
Anticamente era il mercato dove si vendevano i frutti prodotti nelle isolette, essendo poi diventata la terra ferma il posto dove si producevano i frutti, questo è diventato il mercato dei cesti e degli oggetti artigianali.
Ora non si vendono solo oggetti di artigianato ma anche souvenir e oggetti di altro tipo.
Ci sono, per esempio, negozi specializzati negli oggetti legati al mate.
Il mate è la bevanda quotidiana degli argentini, e abbiamo visto molte persone che trasportavano gli appositi contenitori cosa che abbiamo visto spesso durante questa vacanza.
Abbiamo provato a berlo durante la scorsa vacanza, ma non sapevamo se era il modo migliore dei consumarlo perché ce lo siamo preparati da soli in hotel.
Avendolo detto alla nostra guida Elisabet, lei ci ha portato quello giusto la volta successiva che ci siamo incontrati.
All’inizio ha messo dello zucchero per renderlo più facile da bere, ma man mano che metteva altra acqua calda il sapore dolce diminuiva e diventava sempre più amaro.
Un po’ somigliava al tè Puer che comprammo a Taiwan e che per un periodo bevevamo tutti i giorni, ma poi bevendo ho pensato che forse era completamente diverso.
Ho letto su internet che mangiando gli argentini solo carne, l’apporto di verdure non è sufficiente e il mate è per loro la fonte principale di vitamine.
Mio marito ha bevuto due sorsi e ha lasciato stare, ma io penso che una volta che uno si abitua al sapore potrebbe diventarne dipendente.
Elisabet ci ha spiegato che il sapore cambia in base al materiale di cui è fatta la tazza.
Ci ha raccomandato le tazze tradizionali fatte di legno o di zucca e ci ha detto che quelle recenti, fatte in ceramica, non sono per niente buone.
Tornando a parlare del mercato di Tigre, un altro negozio che ho notato è stato uno di gioielli.
La pietra rosa semipreziosa chiamata rodocrosite o anche “rosa degli incas“, è pietra nazionale in Argentina.
Ne ‘ho prese alcune anche l’altra volta che siamo venuti, ma qui ho trovato un bel pendente con una pietra più grossa e l’ho comprato.
Alcuni giorni dopo rincontrando Elisabet mi ha detto “La pietra che hai comprato a Tigre era buona”, e sono stata felice di avere l’apprezzamento di una persona del posto.