[Luglio 2018]
Continuiamo il tour della città di Tbilisi, la capitale della Georgia.
Siamo scesi a piedi dalla collina dove c’è la fortezza di Sarikara verso la zona delle terme che si dice siano all’origine della città di Tbilisi.
C’erano molte case tradizionali con balconi fatti da elaborate ringhiere in legno.
Questo tipo di case erano originariamente state costruite nel 18mo secolo. Quelle attuali erano state fatte ex novo o restaurate.
Ho avuto l’impressione che ci fosse in loro qualcosa di esotico.
Vicino alle terme c’è l’unica moschea ancora aperta in città.
Così siamo andati, verso la la splendida struttura delle terme, bella come una moschea e abbiamo prenotato per la sera.
Dopo abbiamo proseguito per il parco dove c’è il busto del precedente capo del governo dello stato vicino del Azerbaijan.
Ana ci ha detto che però non c’è nessuna statua di un presidente georgiano.
Azerbaijan e Turchia sono i principali partner commerciali.
La Georgia esporta vino, noci e, udite udite, pecore.
Siamo andati in un grande passaggio sotterraneo che era anche un grande negozio di souvenir chiamato Meidan Bazar.
Qui la guida ci ha fatto assaggiare un dolce tradizionale con le noci, chiamato Churchkhela.
Aveva la forma di una candela.
Per dirla in poche parole è un dolce fatto mettendo le nocciole del succo d’uva e facendolo essiccare.
Ana ci ha detto che la nonna lo fa spesso.
Ha un sapore particolare dovuto al gusto delle nocciole che si mescola all’agrodolce dell’uva.
Usciti da qui siamo andati in un posto un po’ più lontano dal centro a vedere un museo etnografico all’aperto.
Il museo è stato allestito in una casa tadizionale smontata e trasferita qui da un altro posto
Abbiamo visitato musei di questo tipo a Bucarest, a Stoccolma e in Giappone, nella prefettura di Chiba.
Abbiamo appreso qui che la Georgia è il luogo di origine del vino.
In Georgia si beve vino da molto tempo, da circa il 6000 a.C.
Questa cosa è stata accertata da un’equipe di studiosi internazionale.
Però il modo di fare il vino differisce da quello delle nazioni europee.
Per fare il vino , lo mettono in un contenitore sotto terra, lo tengono lì e lo bevono dopo 50 anni.
E usano anche le bucce dell’uva.
Ora si fa il vino col metodo europeo, ma tutte le cantine continuano a fare una certa quantità di vino nella maniera tradizionale.
In Georgia il vino è ovunque e ogni membro della famiglia fa il suo vino.
Anche le lettere storte dell’alfabeto georgiano vengono dalla forma della vite.
Il vino georgiano è troppo dolce per i gusti europei, ma da quando la Russia bloccò le importazioni nel 2006, le cantine hanno migliorato la qualità per poterlo vendere anche in Europa e Asia.
Abbiamo assaggiato del vino molto buono durante il viaggio e abbiamo comprato qualche bottiglia in aeroporto quando stavamo tornando.
Nel museo era esposta un semplice attrezzo in legno, che serviva a togliersi gli stivali, e io ne ho uno uguale a casa mia.
Quando Ana lo spiegava ho detto “Lo so, ce l’ho anch’io” e lei mi ha guardata stupita.
Però io l’ho comprato in Inghilterra.